Cibo, 4.800 bolzanini soffrono la fame 

Il Banco Alimentare aiuta 8.830 altoatesini indigenti. Nel 2017 distribuite 647 tonnellate di alimenti, oltre la metà in città


di Davide Pasquali


BOLZANO. In questi anni di crisi economica e sociale, gli altoatesini che versano in stato di bisogno e di difficoltà rispetto alle necessità fondamentali di sostentamento sono aumentati in maniera esponenziale. Nel solo 2017 il Banco Alimentare ha distribuito alle 45 strutture caritative della provincia, che attualmente assistono 8.830 persone, la bellezza di 647 tonnellate di cibo, 352 delle quali, ossia più della metà, nel capoluogo. Un semplice calcolo proporzionale consente di stimare il numero di bolzanini che, senza l’aiuto dei volontari, non avrebbero cibo a sufficienza per nutrirsi: risultano oltre 4.800.

Sono i dati, pesantissimi, diffusi ieri dal presidente del BA, il Banco Alimentare del Trentino Alto Adige, Antonino Deola. Questa settimana - sfruttando il nuovo magazzino della Onlus in via Buozzi, di fronte alla Fiera, che ha di molto facilitato la complessa logistica - si sta provvedendo alla distribuzione degli alimenti a lunga conservazione (provenienti dalla colletta alimentare svoltasi in provincia) alle strutture caritative che, a loro volta, provvederanno alla distribuzione a titolo gratuito del cibo agli indigenti.

In regione l’attività del BA negli ultimi anni è cresciuta moltissimo. Se nel 2005 le strutture caritative associate erano 17, ora sono 140, 45 delle quali in Alto Adige. Le persone assistite sono salite da 4.500 a 19.624 (e le proiezioni 2018 anticipano una ulteriore crescita). Da 200 si è passati a 1.400 tonnellate di alimenti distribuiti. Il valore economico totale dei prodotti recuperati dal BA regionale nel corso del solo 2017 ha sfiorato i 4,2 milioni di euro (a prezzi correnti di supermercato). In Alto Adige soltanto l’anno scorso la distribuzione ha riguardato 647 tonnellate di cibi, 40 in più rispetto al 2016. Oltre la metà delle quali distribuite in città a Bolzano. Ma, come mostra la tabella pubblicata qui sopra, non mancano indigenti nemmeno nei paradisi economico finanziari delle valli dolomitiche.

Dalla tabella qui in alto emerge anche un altro dato piuttosto interessante: l'incremento di 52.059 chili di alimenti (pari al 18,69%) realizzato nel 2017 in Alto Adige tramite il programma Siticibo, incremento che fa seguito a quello registrato nel 2016 rispetto all'anno 2015 (pari al 28,83%). Insomma, l’Alto Adige contribuisce sempre di più (buona parte degli aiuti arriva dal BA nazionale e dall’Ue).

L'attività del BA, spiega il presidente Deola, è svolta prevalentemente da volontari, che operano in modo assolutamente gratuito, il cui numero è in continua crescita. Attualmente si contano oltre 90 persone che collaborano con il Banco Alimentare del Trentino Alto Adige. «La specificità della gestione del programma Siticibo richiede invece una presenza giornaliera di quattro/otto ore per cinque giorni la settimana, presenza pressoché impossibile da garantire da parte di semplici volontari». Conseguentemente si è resa necessaria l'assunzione di quattro dipendenti (di cui due part-time per Merano, Venosta e Passiria), allo scopo di garantire il ritiro diretto degli alimenti dai supermercati e dalle aziende alimentari. «L’incremento delle attività nel suo complesso, e in particolare della parte amministrativa contabile, ha reso altresì necessaria l’assunzione di due dipendenti a tempo parziale, a sostegno della gestione della sede amministrativa di Trento».

Ma lo zoccolo duro restano i volontari. Basti pensare che alla giornata della Colletta alimentare di novembre 2017 hanno preso parte, a livello regionale, oltre 4.300 volontari, che hanno donato gratuitamente il loro tempo per la raccolta di alimenti nei 490 supermercati dove si è svolta l’iniziativa. «Tutta questa attività, questa presenza di volontari, questa fatica, concretizza nelle persone una contentezza, una felicità che potrebbe sembrare incomprensibile, ma che si giustifica con la convinzione di avere fatto qualcosa di buono, di bello, di soddisfacente per se stessi senza alcuna pretesa di riconoscimento, perché fare del bene fa bene a chi lo fa».

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