Compra la casa e finisce sotto processo 

Imprenditore altoatesino deve rispondere di circonvenzione di incapace: ha pagato l’alloggio la metà del valore di mercato


di Mario Bertoldi


BOLZANO. Un imprenditore altoatesino del settore immobiliare è sotto inchiesta a Bolzano con l’accusa di circonvenzione di incapace. L’accusa fa riferimento ad un affare che l’uomo ha concluso qualche mese fa per l’acquisto, da una signora di 86 anni, di un appartamento a ridosso del centro di Merano (angolo via Piave via Matteotti). L’abitazione in questione era la casa ove l’anziana ha vissuto per molti anni e che ha lasciato dopo aver raggiunto un’età avanzata con sistemazione in una casa di riposo. L’anziana, senza figli, non sarebbe stata in grado di occuparsi dei propri beni e proprio per questo decise di affidare la vendita dall’appartamento ad un amico avvocato, il quale si rivolse ad una agenzia immobiliare. Il valore dell’appartamento (circa 100 metri quadrati) venne indicato, secondo una stima tecnica, in una forbice tra 250 e 280 mila euro. Il progetto di vendita rimase però senza seguito per circa un anno. Fu a questo punto che la donna, smaniosa di incassare una somma comunque importante, colse l’occasione di vendere l’appartamento con una iniziativa personale. L’anziana si rivolse infatti all’uomo d’affari (ora finito sotto inchiesta) che gli sarebbe stato indicato da una conoscente. Questo è un passaggio della vicenda che l’avvocato difensore Enrico Lofoco considera importante perchè da parte dell’imprenditore indagato non vi sarebbe stata alcuna induzione personale alla vendita in quanto sarebbe stata la donna a rivolgersi a lui. E sarebbe stata la donna ad accettare l’offerta al ribasso fattagli dall’imprenditore: 120 mila euro, prendere o lasciare. Un prezzo decisamente al di sotto delle potenzialità di mercato. In pochi giorni l’affare venne concluso con il rogito notarile e solo successivamente l’anziana contattò l’amico avvocato per ottenere, da parte dell’agenzia, la restituzione delle chiavi dell’immobile annunciando di aver già concluso l’atto di vendita. Quando l’amico avvocato venne a conoscenza del prezzo di vendita avrebbe cercato di ottenere l’annullamento del rogito segnalando alla magistratura presunte condizioni critiche dell’anziana sotto il profilo della lucidità mentale. E così la vicenda è finita dapprima in Procura e poi davanti al giudice delle indagini preliminari Peter Michaeler davanti al quale ieri si è svolta un’udienza dell’incidente probatorio chiesto e ottenuto proprio per stabilire, con perizia , le condizioni di lucidità dell’anziana. Il perito d’ufficio è giunto ad una conclusione pienamente condivisa dal consulente della Procura e cioè che la donna sarebbe affetta da deficienza psichica (destinata probabilmente a sfociare in una condizione di vera e propria infermità) e non sarebbe dunque in grado di avere una percezione corretta della realtà. E l’imprenditore acquirente resta sotto inchiesta per circonvenzione di incapace.

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