«Con l’esercito sotto casa siamo tutti più tranquilli» 

I residenti sotto assedio. Le reazioni di chi abita negli edifici vicini allo scavo in cui giace  l’ordigno guardato a vista dagli alpini. Tra blocchi e divieti a stare peggio sono i negozianti


PAOLO TAGLIENTE


bolzano. Ormai da un paio di giorni, l’accesso a ponte Loreto è presidiato dall’esercito. Una vasta area circostante alla buca in cui si trova l’ordigno bellico ritrovato mercoledì è delimitata dal nastro segnaletico ed è possibile oltrepassarla solo con il permesso degli alpini presenti, sempre professionali e gentilissimi. Chi risiede nelle case che si affacciano sullo scavo ha una sorta di canale preferenziale e può muoversi un po’ più liberamente. Ma i residenti come vivono questa sorta di pacifico assedio? Il più scettico e preoccupato è il titolare del sexy shop “Sex Appeal” che, negli ultimi giorni, ha visto crollare il giro di affari. «La flessione s’è vista già quando sono partiti i lavori di scavo – spiega il commerciante – perché anche solo avvicinarsi al negozio era davvero molto difficile. Da mercoledì, c’è stato un crollo ulteriore perché parcheggiare in zona è diventato impossibile e anche il Mayr Nusser è raggiungibile solo dopo un lunghissimo giro da via Macello. Una catastrofe, insomma, che sarebbe stata totale se mi avessero costretto a chiudere. Invece, resto aperto, anche se nelle prossime settimane pagare tasse e bollette sarà più difficile del solito».

Noemi Ronchetti e Francesca Rizzoli vivono in quelle palazzine da una vita intera. Ieri mattina, di ritorno dalla spesa, hanno attraversato l’area “off limits” sotto gli occhi dei militari, che hanno prontamente sollevato il nastro segnaletico per agevolare il loro accesso. «Alla fine – spiegano – il disagio non è grande e, in più, con i militari sempre qui, siamo sicure che questa zona è tranquilla. E siamo anche protette dai ladri». Una tranquillità che ha ritrovato Francesco Bambagioni, studente ligure in città per il “Master innovazione e autenticità dell’industria degli alimenti”, la cui camera, al terzo piano della palazzina, si affaccia proprio sulla forra in cui riposa la bomba. «I disagi – spiega – sono iniziati a giugno, quando è stata collocata una pompa per l’aspirazione dell’acqua, in vista dell’inizio dei lavori. Un rumore forte e continuo, 24 ore su 24. Poi, sono arrivati gli scavi, con l’ingorgo e la viabilità in tilt e, infine, l’altro giorno il ritrovamento dell’ordigno. All’inizio, non ho realizzato bene, ma poi, ho pensato bene al fatto che mi trovavo a pochi metri da un’enorme bomba. Adesso, però, il silenzio regna sovrano».

La trentina Silvia Casagranda, ventenne, vive vicino a ponte Loreto dall’inizio del mese. A Bolzano, frequenta il corso di laurea in Dietistica e la troviamo al rientro a casa. «All’inizio, quando hanno chiuso tutto – spiega, sorridente – si doveva dare il giro dell’intero palazzo per entrare dal retro. Ora, la situazione è migliorata e i militari sono sempre molto gentili».

Contenta, anzi contentissima della situazione che s’è creata in zona, nelle ultime ore, è Manuela La Bella, che riguarda l’evacuazione di tanti anni fa, per un altro ordigno bellico. «Di solito – spiega – in strada c’è sempre un gran baccano, rombo di motori e squilli clacson. Ora, invece, regna un silenzio bellissimo, quasi irreale. Il presidio dei militari, inoltre, evita che, al calar delle tenebre, in zona, arrivino i soliti personaggi per portare avanti attività di spaccio e altri loschi affari. Niente male, insomma».

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