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«Concessione in poche settimane Ma la sede legale sarà a Bolzano»

BOLZANO. Arno Kompatscher non molla sulla sede legale dell’A22 a Bolzano, o meglio di BrennerCorridor, come si chiamerà la società che in futuro gestirà l’autostrada del Brennero in concessione...



BOLZANO. Arno Kompatscher non molla sulla sede legale dell’A22 a Bolzano, o meglio di BrennerCorridor, come si chiamerà la società che in futuro gestirà l’autostrada del Brennero in concessione trentennale. «A Trento la sede operativa, da noi quella legale, stante che le imposte finiranno comunque alla pari alle due Province, di Bolzano e di Trento», sottolineava ieri il governatore altoatesino, sapendo anche che il suo omologo trentino, il leghista Maurizio Fugatti, la pensa diversamente. «Credo che adesso, dopo il via libera preliminare della Ue, tra qualche settimana si dovrebbe arrivare al via libera definitivo del governo, stante che adesso tutte le carte sono andate agli organismi statali competenti», ancora Kompatscher. Per quanto riguarda lo statuto della nuova società (approvato da Bolzano, Trento e Regione), viene messo nero su bianco l’oggetto sociale che è quello di esercitare “attività di progettazione, costruzione, esercizio e adeguamento di autostrade, infrastrutture di trasporto limitrofe alla rete autostradale, infrastrutture di sosta ed intermodali”.

Ciò significa, dunque, che la BrennerCorridor si occuperà anche di incentivare e sostenere il passaggio del traffico pesante da gomma a rotaia lungo tutto l’asse nord-sud, nonché del finanziamento trasversale di una serie di opere di fondamentale importanza per la viabilità.

Intanto ieri sono intervenuti i consiglieri regionali M5S che nelle settimane scorse avevano scritto al ministro Toninelli. «Non abbiamo alcuna pregiudiziale in merito alla tipologia di soggetto cui affidare la concessione. Tra gara e gestione in house non abbiamo preferenze. Ciò che ci preme sono i vincoli e le regole che saranno statuiti nell’accordo interistituzionale e nel relativo contratto di concessione», spiegano Alex Marini, Filippo Degasperi e Diego Nicolini.

«In primis, si tratta di non lasciare campo libero, nella governance e nelle scelte aziendali, a logiche di piccolo cabotaggio e ad appetiti di stampo clientelare locale. In tal senso, la forte presenza dello Stato nel comitato paritetico servirà proprio a garantire che la gestione dell’infrastruttura non diventi mero strumento di esercizio del potere politico o, peggio, partitico. In seconda battuta, il Governo si impegna a garantire massima trasparenza agli atti di convenzione e alle scelte fondamentali del concessionario», evidenzia il ministro Toninelli nella sua riposta a consiglieri M5S.













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