Congelato l’assegno agli invalidi civili

La Provincia vuole ridurre la differenza con il resto d’Italia. Dirigenti medici: la «proporz» potrà essere sforata del 25%



BOLZANO. La Provincia congela i sussidi agli invalidi civili. Se oggi l’assegno provinciale concesso a invalidi civili, ciechi civili e sordi è superiore a quanto riconosciuto nel resto d’Italia, questa differenza verrà progressivamente annullata. Il provvedimento è contenuto nel disegno di legge omnibus depositato dalla giunta in consiglio provinciale con modifiche a una serie di leggi in materia di «edilizia abitativa agevolata, integrazione, parificazione, servizi sociali, invalidi civili, sanità e famiglia». All’articolo 4 il disegno di legge prevede che «l’adeguamento automatico di cui ai commi 2 e 3 è facoltativo o può avere luogo in misura ridotta, qualora l’importo previsto per le prestazioni provinciali risulti superiore rispetto a quanto previsto per le corrispondenti prestazioni statali». Questa la sintesi, secondo Riccardo Dello Sbarba (Verdi): «La legge autorizza la Provincia a bloccare l’adeguamento automatico annuale agli assegni per gli invalidi. In questo modo verrà erosa la differenza tra il trattamento provinciale e quella del resto d’Italia. Ma dobbiamo ricordare che l’aumento dei sussidi trova la sua ragione nel costo della vita nettamente superiore in Alto Adige». Tra gli altri punti critici nel disegno di legge, sottolinea Dello Sbarba, «c’è un notevole restringimento degli ambiti in cui i cittadini possono presentare ricorso alla Provincia contro decisioni che riguardano le prestazioni sociali». Questo il testo del disegno di legge: «Le decisioni dei comitati tecnici degli enti gestori dei servizi sociali, riguardanti la riduzione o negazione di prestazioni di assistenza economica a causa del mancato rispetto degli obblighi e dei progetti concordati in relazione ai propri doveri di autonomo sostentamento, così come la negazione di prestazioni a seguito dell’assenza dei beneficiari dal territorio provinciale, sono definitive». In questi ambiti resta la possibilità di rivolgersi al Tar, informa Dello Sbarba, «ma anche se venisse garantita l’assistenza legale gratuita, è evidente che le procedure vengono complicate, invece di snellirle». Per quanto riguarda la sanità, il disegno di legge fissa la possibilità di deroga alla proporzionale nella nomina dei dirigenti sanitari con incarico di direttore: «È consentita la deroga alle norme sulla consistenza dei gruppi linguistici fino a un massimo del 25% dei posti, previa autorizzazione della giunta provinciale». Viene poi precisato che «deve avvenire un corrispondente riequilibrio tra i posti che sono stati considerati per il calcolo della proporzionale etnica. Il numero complessivo dei posti distribuiti secondo la ripartizione nell'ambito territoriale provinciale non può essere superato». (fr.g.)

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