Contrabbando di cuccioli Fermati tre trafficanti 

Il sequestro. A notte fonda i militari di Silandro bloccano un furgone sospetto in val Venosta A bordo nove cani del valore complessivo di circa 14 mila euro. La Procura apre un fascicolo


Davide Pasquali


Bolzano. Nove cani, salvati dalla finanza e ora ospitati alla sill. Una storia che non ha nulla a che fare con «Crudelia», la maxi operazione dei carabinieri della forestale di Reggio Emilia, che un paio di settimane fa ha portato al sequestro di oltre cento cuccioli illecitamente introdotti in Italia dall’Est Europa per essere rivenduti a scopo di lucro. Ma l’ambito d’azione è assolutamente dello stesso genere, a scavalco fra illecito penale e illecito amministrativo: come mimino introduzione illegale di animali da compagnia almeno in parte privi delle necessarie certificazioni sanitarie di legge e mancato pagamento dei diritti doganali.

Le indagini non sono ancora concluse, quindi sia dal canile della Sill sia dal comando provinciale della Guardia di Finanza al riguardo non arrivano prese di posizione ufficiali. Intanto, però, sul caso la Procura ha aperto un fascicolo e i cani sono stati posti sotto sequestro.

Fatto sta che il 26 aprile scorso i militari della tenenza di Silandro, in alta val Venosta, lungo la statale 38 hanno notato un furgone sospetto, con targa russa.

A notte fonda.

Erano all’altezza di Lasa, nel corso di un usuale controllo per contrastare gli illeciti legati al contrabbando.

Fermato il mezzo, a bordo, nell’abitacolo, si sono trovati tre cittadini russi. Nel vano posteriore del furgone, invece, sotto chiave o in gabbiette da trasporto, c’erano stipati nove cani, di cui cinque cuccioli. Razze di pregio. Per la precisione, si è rilevato, si trattava di un Akita Inu, di due Bulldog Francesi, di un Australian Shepherd, di un Nudo Cinese, di un Dogo Argentino, di due Pastori dell’Asia Centrale e infine di uno Shetland Collie.

I militari si sono subito insospettiti e hanno chiesto di poter verificare la documentazione. Da un esame preliminare di documenti di identità dei tre russi e sanitari dei cani sono subito emerse delle incongruenze, a partire da quella riguardo al numero di esemplari trasportati. Irregolarità sono emerse anche riguardo ai microchip, di cui i cani devono essere dotati. Pare non fosse regolare nemmeno la documentazione riguardante le prescritte vaccinazioni antirabbiche. Si è quindi chiesto un consulto agli esperti del canile provinciale e si è proceduto al sequestro preventivo sanitario dei nove cani. Che ora sono in custodia alla Sill, dove si stanno eseguendo tutti gli esami e gli accertamenti del caso per verificarne le condizioni sanitarie.

Per il momento non si è riusciti a risalire ai potenziali acquirenti, ma i tecnici hanno stimato che il carico del furgone potesse fruttare ai contrabbandieri qualcosa come 14 mila euro.

Nella vicenda c’è un aspetto amministrativo, per il mancato pagamento dei diritti doganali per l’importazione degli animali dall’estero. E poi c’è un aspetto penale, i cui contorni dovranno essere definiti dalla Procura, che riguarda l’introduzione in Italia di animali privi dei requisiti di legge, passaporto sanitario ecc.

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