Corte dei Conti, indennità nel mirino

Nell’esame del bilancio critiche alla parte fissa negli stipendi dei dirigenti. Sanità sotto i riflettori: «La spesa cresce ancora»



BOLZANO. Ancora una volta le indennità dei dirigenti e la spesa sanitaria che cresce: sono questi i principali appunti della sezione di controllo della Corte dei Conti sul rendiconto della Provincia per l’esercizio finanziario 2016. Per quanto riguarda invece la Regione, le criticità segnalate riguardano la concessione A22 con ipotesi di assegnazione in house, Mediocredito e Pensplan. Le sezioni riunite della Corte dei Conti per il Trentino Alto Adige, presiedute da Josef Hermann Rössler, hanno presentato ieri al Palazzo Mercantile i giudizi di regolarità dei rendiconti della Regione e delle due Province autonome per l'esercizio finanziario 2016. In sala, i presidenti Arno Kompatscher e Ugo Rossi, i vertici delle ripartizioni e le autorità. Nonostante i rilievi, l’udienza di ieri si è chiusa in modo soddisfacente per le tre amministrazioni: la Corte dei Conti ha parificato il rendinconto 2016 di Bolzano, Trento e della Regione, ma non interamente. Anche questo anno la parificazione prevede l’esclusione di alcuni capitoli, come chiesto dalle rispettive procure contabili. «Ma i rilievi sono pochi e su alcuni abbiamo già annunciato che ci adegueremo. Se questi sono i problemi sollevati, significa che la nostra ammistrazione lavora bene», è il commento di Kompatscher.

IL GIUDIZIO SULLA PROVINCIA.

Nella relazione sulla Provincia si certificano entrate complessive per 6,800 miliardi di euro, spese per 6,619 miliardi e un risultato complessivo di amministrazione di 275,7 milioni di euro. La mancata parifica del rendiconto della Provincia di Bolzano per l’esercizio 2016, come chiesto dal procuratore Daniela Morgante, riguarda anche quest’anno l’indennità di funzione e di coordinamento a funzionari della Provincia senza incarico direttivo. La cifra contestata, fatta propria nella sentenza di parificazione letta da Rössler, è di 723.583 euro. È un tema ricorrente. La Corte dei Conti contesta alla Provincia la parte fissa dell’indennità dirigenziale che accompagna i dipendenti anche quando non ricoprono più incarichi dirigenziali. Sul tema c’è una inchiesta aperta presso la procura contabile. Proprio questa settimana in consiglio provinciale viene discusso il disegno di legge dell’assessora Deeg, che modifica in parte l’indennità dirigenziale. Non è sufficiente, secondo la procuratrice Morgante, che cita la normativa statale e scrive: «Non può che ribadirsi la vincolatività anche per il legislatore provinciale (e regionale) del divieto di automatismi retributivi». Medesimi appunti sulle indennità dirigenziali si trovano nella relazione del relatore Alessandro Pallaoro. Il caso non è dunque chiuso, ma Kompatscher nel suo discorso ha difeso l’amministrazione: «Sul testo dell disegno di legge ci siamo confrontati con il ministero. E soprattutto, il nostro sistema è meno oneroso, rispetto ad altri». La mancata parifica riguarda anche un aspetto squisitamente tecnico come gli accantonamenti alla voce «residui parenti». Pallaoro elenca una serie di criticità sulla spesa sanitaria. Impegnati 1.183 miliardi di euro nel 2016, il «peso della spesa corrente sulla spesa sanitaria totale è dell’83,9%». Pallaoro sottolinea il «trend di crescita della spesa corrente dell’1,6 per cento nel periodo 2011-2015, in uno contesto di crescita media a livello nazionale quasi nullo.

L’ANALISI SULLA REGIONE. Anche nel caso della Regione la sezione di controllo della Corte dei Conti ha garantito la parificazione del rendiconto per l’esercizio 2016, confermando, su richiesta del procuratore Marco Valerio Pozzato, la parziale esclusione sul capitolo «Progetto sviluppo del territorio» per le modalità di utilizzo di risorse regionali nei progetti di sostegno a investimenti strategici. Ma nella relazione di Pozzato e del relatore Gianfranco Postal i rilievi critici più marcati riguardano altre partite regionali. Pesanti le analisi di Pozzato sulla concessione A22, l’ipotesi di affidamento a una società in house costituita solo da soci pubblici, che acquisiranno le quote dei privati. L’A22, scrive Pozzato, è gestita dall’Autobrennero in regime di proroga «a condizioni di ingiustificato vantaggio e in palese violazione della normativa comunitaria in materia di concorrenza». L’amministrazione statale, accusa il procuratore contabile, «si preclude da ben 30 anni la possibilità di ottenere i vantaggi della competizione fra gli operatori economici del settore». Per quanto riguarda la società in house, viene sollevato il dubbio se la gestione autostradale possa essere ritenuta un servizio di interesse generale». Kompatscher, presidente regionale, ha replicato: «Il progetto di concessione in house conta sul consenso di Bruxelles e dello Stato». Quanto al senso dell’operazione, «il tema non è solo gestire l’infrastruttura, ma governare le sue ricadute sul territorio». Criticità vengono sollevate sulla società Mediocredito Trentino Alto Adige Spa , che ha come oggetto l’attività bancaria. Serve un attento monitoraggio della società, scrive Pozzato, «al fine di tutelare il patrimonio regionale». Infine il tema dell’erogazione di indennità e dei vitalizi e il ruolo di Pensplan. Rilievi sia di Postal che di Pozzato. Il procuratore invita l’ufficio di presidenza del consiglio regionale a predisporre un piano di disinvestimento delle somme impiegate in strumenti finanziari cui si ricorre per finanziare le spese per l’erogazione delle prestazioni economiche. La decisione di operare attraverso una gestione esterna al bilancio del Consiglio, mediante un fondo gestito da Pensplan, è l’affondo, «è mirata ad eludere le specifiche verifiche da parte del consiglio regionale». Sottolineata anche la mancata costituzione di un fondo di riserva per le cause sui vitalizi d’oro. (fr.g.)

©RIPRODUZIONE RISERVATA













Altre notizie

Attualità