Deejay e producer «In Italia siamo pochissime»

Dalla musica rock alla consolle: «Per stare lì dietro ci vuole carisma»


di Daniela Mimmi


BOLZANO. Si chiama dj Evo-K, è nata a Riva del Garda, viva ad Arco, ma ormai la sua casa è il mondo, dato che vive perennemente con la valigia in mano, ben oltre Trento o Bolzano. E’ infatti una delle poche ragazze deejay in Trentino-Alto Adige, nonchè producer. La sua musica è Electro House, Complextro, Big Room, Electrance, Progressive, Dutch. «Fortunatamente da molti anni ormai, la musica è il mio unico lavoro. Faccio produzioni, live, collaboro per remixer per varie case discografiche estere, canto non solo nelle mie tracce, ma anche in canzoni di altri dj e produttori, e via dicendo» precisa. Il suo amore per la per la musica elettronica è iniziato, come dice lei «una vita fa... Prima l’amore per il rock, poi il pop, poi la musica elettronica. L’ho scoperta circa nel 2005 – spiega – Poi, nel 2008, è avvenuta la mia totale conversione/metamorfosi verso l’Electronic Dance Music ».

Perchè sono così poche in Italia le ragazze djs producers?

«All'estero la donna dj e produttrice è già piuttosto visibile, per carità, mai come i colleghi maschi, né tantomeno in vetta come loro! Ma ci sono le Nervo e Ellen Allien, le indiscusse big del momento nel panorama internazionale. In Italia se c'è qualche vera producer attiva, sarei felicissima di conoscerla, stringerle la mano e confrontarci e arricchirci a vicenda e perché no, magari fare una co-produzione. Credo che da noi manchi alla base di tutto la vera cultura musicale EDM, come tra l'altro, nel pop e rock. Insomma, come il nostro Paese, ormai fa acqua da tutte le parti, anche nella musica».

Secondo lei le ragazze fanno più fatica a imporsi o no?

«Imporsi è difficile un po’ in tutto il mondo, ma all'estero la donna dj producer se valida, è ben vista, ricercata, molto apprezzata. In Italia no, non è ancora conosciuta questa figura, forse da noi si conosce di più l'onda delle "sexy djanes" e delle "fake djanes" viste le pubblicità che si vedono in giro degli eventi e dei clubs italiani, che le chiamano come "ospiti speciali", quando all'estero ormai sono state quasi "bannate" dagli eventi e dai locali di un certo rilievo, proprio perché sono totalmente fake».

Quali doti deve avere un bravo deejay?

«Avere di base le competenze tecniche e qualità che un classico dj professionista, per definirsi tale, deve a mio parere avere. Quindi comprendere e conoscere profondamente la musica, avere un grandissimo senso del ritmo e del tempo, buon gusto musicale, saper mixare in modo magistrale i vari pezzi selezionati in modo da creare un mix di suoni in maniera fluida e limpida, avere un'alta dose di creatività, curare al massimo la qualità del proprio sound, saper cogliere l'attimo durante i live, essere carismatico e anche un abile intrattenitore».

Perchè, almeno qui da noi, i deejay lavorano più dei musicisti?

«Non piu' solo da noi, ma probabilmente in tutto il mondo. Le masse oggi le muovono i grandi djs. Poi ci sono i costi: il dj costa meno di una band, suona molte più ore».

I deejay sono artisti, tecnici, musicisti?

«Un dj producer deve essere tutto ciò e anche molto altro, per essere completo e avere qualcosa di unico e veramente valido da offrire al proprio pubblico».

Per un dj dove finisce l'entertainment e dove inizia l'arte?

«L’arte per un dj inizia quando diventi un vero-concreto-attivo Producer. Da quest'anno se la situazione peggiorerà ulteriormente, potremo ringraziare il nuovo messaggio che stanno da poco diffondendo anche i tv-talents. Poi credo fortemente che ogni producer per essere uno step avanti agli altri, debba anche avere una notevole personalità ed essere un abile entertainer. Ma sono l'unione di ottima musica, carisma, bella immagine e abilità nell'intrattenere, che creano il prodotto vincente».

Cosa sta facendo al momento, sia come dj che come producer?

«Ho attivo il mio tour di quest'anno, iniziato a gennaio e che finirà in dicembre, sono riuscita a portare il mio nuovo spettacolo con le canzoni di quest'anno e le più belle del 2012, già in molti paesi esteri. Ho fatto fin'ora poche tappe italiane: una delle piu' belle e del tutto inaspettata devo dire è stata a Napoli. Ho varie canzoni in uscita già programmate fino a novembre, quindi... preparate le orecchie perché usciranno dei pezzi davvero potenti e interessanti! E infine porto avanti la mia fitta rete di collaborazioni con altri producers italiani ed esteri, tra i quali Coldbeat (il noto brasiliano Eliezer Hofstaetter), i 2 top producers russi YouzarsiF e Thomas Saint, i "cattivissimi" toscani Bassmann (con i quali abbiamo creato "Crooked" che uscirà nei negozi il 22 luglio); l'Mc russo Jogi e il rapper svedese Conte' DBM e altri. Ho firmato da pochissimi giorni con la casa discografica italiana "Melodica Records" che e' ad oggi fra le indiscusse etichette italiane dance piu' note nel mondo. E poi in autunno uscirà un ep che conterra' anche una traccia co-prodotta con il noto americano Matthew LeFace».

Qual'è il futuro della musica elettronica? Prenderà il posto della musica live?

«Beh... da ex-musicista pura quale ero anni fa, e un po’ a malincuore, credo proprio di sì. Adesso ne sono felice, è anche uno dei motivi per cui anni fa ho iniziato la mia conversione, perché già si respirava chiaramente nell'aria che la musica live avrebbe avuto un tracollo a breve. Certo che, nei secoli dei secoli, chissà cosa potrà mai accadere in futuro. Magari all'età della "pensione" mi ritrovero' su un palco a cantare come rocker, con una chitarra in mano in stile Bruce Springsteen o Patti Smith...».













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