l'omicidio

Delitto di Berlino, la pista del serial killer

È il terzo omicidio avvenuto a Berlino in circostanze simili, le vittime erano tutte gay. La polizia esclude la rapina, aveva ancora portafoglio e telefonino


di Alan Conti


BERLINO. C’è l’ombra inquietante di un serial killer dietro l’omicidio a Berlino del bolzanino di 34 anni Stefan Unterweger. La «Dritte Mordkommission» (la squadra omicidi) della polizia di Berlino ufficialmente non esclude né conferma alcuna ipotesi sul delitto di sangue avvenuto nella notte tra sabato e domenica al parco Friedrichshain. I pochi dettagli lasciati trapelare dal commissariato di Platz der Luftbrücke, però, indicano una pista precisa. Nell’avviso pubblicato lunedì, infatti, gli inquirenti chiedevano l’aiuto di eventuali testimoni passati per il parco tra le 1 e le 5 del mattino con particolare attenzione per i tassisti.

Secondo gli investigatori, infatti, l’assassino si sarebbe allontanato dal parco utilizzando proprio un taxi. «Siamo certi che non abbia utilizzato la metropolitana né il servizio di S-Bahn o dei bus - racconta la portavoce della polizia di Berlino Patricia Brämer -. Le coltellate inferte sono state molteplici e con ogni probabilità, il killer era particolarmente sporco di sangue. Abbiamo controllato tutte le immagini di videosorveglianza di ogni fermata e ogni mezzo pubblico di Berlino oltre ai filmati delle telecamere delle strade lungo le arterie principali della zona e non c’è traccia di un uomo con quelle caratteristiche. Siamo ragionevolmente sicuri che l’assassino si sia allontanato in taxi».

LA PISTA DEL SERIAL KILLER. Quello che sembra un dettaglio, in realtà, appare come una sinistra coincidenza se si vanno ad analizzare due omicidi irrisolti registrati proprio a Berlino nel 2015. Nel primo caso venne ucciso la notte di Pasqua un ragazzo israeliano di 24 anni tra le rovine di un chiostro dei Francescani. Nel secondo caso, venne assassinato un pensionato di 64 anni nei pressi dello zoo cittadino. In tutti e due i casi, le vittime erano omosessuali, come Unterweger, e sono state finite a coltellate da un uomo fuggito in taxi dopo l’aggressione. Già nel 2013, inoltre, la Berliner Zeitung aveva raccolto alcuni casi di omicidio ai danni di omosessuali. La polizia aveva addirittura stilato un profilo psicologico che parlava di un individuo con "fantasie di onnipotenza". Le indagini rimasero chiuse nel cassetto per almeno due anni dato che non si registrarono altri omicidi sospetti. Fino al 2015 e fino alla morte dell’altoatesino che potrebbe essere l’ultimo tassello in ordine cronologico.

I tassisti di Berlino sono circa 8 mila, ma ancora nessuno si è presentato in commissariato. Due invece i testimoni sentiti dagli inquirenti che avrebbero visto Unterweger vivo nella zona del parco. Non sarebbero però emerse indicazioni utili per identificare l’assassino. Alla fine della rampa di scale dove Stefan è stato trovato agonizzante, c’è una delle uscite della grande area verde all’incrocio di due strade molto trafficate come Am Friedrichshain e Margarete Sommer strasse, dove il killer potrebbe essersi dileguato facilmente.

LE ULTIME ORE. La polizia, dunque, avrebbe scartato la pista della rapina casuale per concentrarsi sulla cerchia di conoscenti e contatti del bolzanino. Uno dei coinquilini che abitava con Stefan, ha confermato di aver guardato sabato sera insieme a lui in tv la finale del concorso musicale Eurovision. Intorno alle 2, Unterweger sarebbe uscito di casa per fare un giro senza specificare dove né con chi. Secondo gli inquirenti, tuttavia, è difficile che si sia diretto da solo nella zona per una passeggiata nell’area più buia del parco. Stefan probabilmente aveva appuntamento con qualcuno. Parco Friedrichshain è un punto di ritrovo appartato per giovani coppie omosessuali anche se spesso il luogo deputato all’incontro è vicino alla famosa Fontana delle Favole: all’estremo opposto rispetto al punto dove è stato ritrovato il bolzanino. Non a caso i poliziotti stanno passando al setaccio la scena omosessuale della Capitale tedesca. Sempre a Friedrichshain, infatti, ci sono alcuni locali di ritrovo per la comunità gay come lo "Schönbrunn" esattamente nel cuore de parco. Stefan potrebbe essere passato di lì. I titolari del bar non confermano nè smentiscono: «Quello che abbiamo da dire lo abbiamo riferito alla polizia».

NUOVI DETTAGLI. Emergono, intanto, nuovi dettagli sulla notte dell’omicidio. La chiamata ai soccorsi sarebbe arrivata alle 5.12 della mattina da parte di due passanti che non conoscevano la vittima. Il bolzanino, inoltre, non si trovava sulla scala del parco ma riverso su una stradina quasi nascosto dalla vegetazione che costeggia il sentiero. Un punto dove non ci sono lampioni, e di notte è completamente al buio. Unterweger indossava una felpa, un paio di jeans e delle scarpe da ginnastica. I soccorritori hanno cercato di salvarlo strappando i vestiti per fermare l’emorragia. Non è stato solo il fendente al polmone ad ucciderlo ma l’insieme delle pugnalate. «Sono state numerose - continua la responsabile della polizia che non rivela il numero dei colpi -: è morto dissanguato. Non è scontato, quindi, che Stefan sia stato colpito poco prima della morte. Potrebbe essere stato pugnalato anche parecchi minuti prima».

L’esito dell’autopsia, effettuata già nella giornata di domenica, potrebbe aiutare nell’individuare l’ora dell’accoltellamento. Sul corpo, intanto, sono stati disposti alla procura anche gli esami tossicologici. «Vogliamo capire se la vittima fosse sotto l’effetto di alcolici, stupefacenti o narcotici». I risultati arriveranno solo tra qualche giorno e fino ad allora i poliziotti e la magistratura tedesca non concederanno il nullaosta per l’espatrio della salma. I rapporti con la famiglia a Ponte Adige a Bolzano sono stati delegati agli alti funzionari dell’Ambasciata italiana con il coordinamento dell’unità di crisi della Farnesina a Roma. Ai genitori è stato comunicato che dovranno attendere ancora prima di riabbracciare il figlio. «Non ci dicono molto - commenta il padre Kurt al telefono - e non riusciamo a capirne il motivo. Sono sicuro che la pista dell’ambiente omosessuale non porti da nessuna parte. Mio figlio pensava solo a studiare informatica, non aveva tempo per queste cose».

«Abbiamo letto dal vostro giornale la descrizione delle abitudini di Stefan fatte dalla famiglia - continua Brämer - ma noi pensiamo non ci sia alcun legame tra l’assassino e l’Alto Adige. Per questo non chiediamo aiuto ai colleghi italiani e non interroghiamo i genitori. Le abitudini possono essere molto differenti quando si è con gli amici rispetto a come ci si comporta con mamma e papà presenti. Noi stiamo sentendo gli amici berlinesi di Stefan». Resta un punto interrogativo anche l’arma del delitto che non è ancora stata ritrovata. Sul corpo di Unterweger, comunque, non ci sarebbero segni di colluttazione. Ci sarebbe, inoltre, un altro elemento che escluderebbe l’ipotesi della rapina finita in tragedia. Addosso a Unterweger sono stati ritrovati sia il cellulare sia il portafoglio.













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