Demenza, circa 13 mila casi «Serve una rete d’assistenza» 

Albert March (primario Geriatria): «Non bastano memory clinic per la diagnosi occorrono strutture dedicate per il sostegno e l’accompagnamento dei malati»


di Valeria Frangipane


BOLZANO. In Alto Adige - secondo i dati Asl - esistono tra i 12 e 13 mila anziani affetti da demenza con circa mille nuovi pazienti l’anno. «E l’Azienda si sta attrezzando perchè non bastano le memory clinic per la diagnosi ma occorrono strutture dedicate per il sostegno e l’accompagnamento dei malati e dei loro familiari».

Albert March - primario di Geriatria al San Maurizio - sa molto bene di cosa parla.

In meno di 30 anni gli ottantenni in Italia sono più che raddoppiati ed a tutt’oggi in Alto Adige gli over 65 sono circa 100 mila. E di pari passo con l’invecchiamento della popolazione aumentano gli over colpiti da una qualche forma di demenza (Alzheimer, Parkinson ecc.). E chiunque abbia a che fare con loro sa bene quanto sia difficile, capirli, interpretarli, assisterli, decifrare sbalzi d’umore, manie.... e quanto sia difficile aiutarli. Perchè solo una parte di questi anziani viene seguita dal servizio sanitario, mentre il resto dei pazienti viene curato in casa da familiari o dalle badanti. March spiega che all’interno dell’ospedale - al Padiglione W - è attiva la memory clinic - dove lavorano medici, infermieri, neuropsicologi ecc. «Si tratta di un ambulatorio integrato che gestisce tutta la fase diagnostica anche per ritardare il più possibile l'evoluzione delle malattia. Ed a proposito devo dire che ad inizio anno abbiamo fatto un grande lavoro e siamo riusciti ad abbassare le liste d’attesa che sono passate da 6 a 2 mesi. Ricordiamo però che le demenze sono malattie croniche che hanno una sopravvivenza che va - in media - dagli 8 ai 10 anni. E per tutto questo lungo lasso di tempo i pazienti ed i loro familiari vanno aiutati e sostenuti al meglio. L’ospedale - che resta struttura per acuti - gestisce infatti tutte le situazioni cliniche dell'età geriatrica in termini di terapia che non richiedano però un ricovero ordinario. Le persone gravemente non autosufficienti - residenti nel territorio dell'Asl di Bolzano non più assistibili al proprio domicilio - vengono seguite al Centro lungodegenti "Firmian"ed esiste per esempio anche un unità Alzheimer sempre a Bolzano all’interno della casa di cura Don Bosco di via Milano ed oltre a questo Geriatria gestisce l'assistenza medica agli ospiti delle case di riposo dell'Azienda sociale di Bolzano... per tutto il resto serve una rete».

Occorre pensare ad una residenza, occorre organizzare una domiciliarità capillare per aiutare il più possibile - come detto - i pazienti e le loro famiglie. «L’Alto Adige ha più di 4 mila posti nelle case di riposo ma dobbiamo costruire insieme - e l’Asl ci sta lavorando - un sistema integrato di supporto al malato. Dobbiamo costruire una rete d’assistenza simile all’hospice per il suo sostegno e l’accompagnamento». È importante mettere a disposizione delle famiglie che seguono i loro cari per anni degli strumenti per contrastare quel frustrante senso di impotenza che governa le giornate e che fa credere loro di non essere in grado di sostenere la situazione. A proposito ricordiamo che l’Asl ha organizzato due eventi che si tengono domani al lungodegenti Firmian e successivamente - il 21 settembre - a Laives. Per tutte le informazioni leggete nel riquadro in alto.













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