Diventare bilingui, con un po’ di coraggio 

Campagna di Provincia e mondo dell’economia. Video divertenti per incoraggiare i ragazzi: «Non cercate la perfezione»



BOLZANO. Con le lingue bisogna rompere il ghiaccio. Cercare la perfezione subito? Il modo migliore per restare fermi. L’economia altoatesina ha bisogno di persone bilingui. L’Alto Adige ha bisogno di persone bilingui, perché anche di questo è fatta l’autonomia. Nasce su questa base l’alleanza tra Provincia, Camera di Commercio e la rete «Südtiroler Wirtschaftsring – Economia Alto Adige», che ha lanciato ieri una campagna di video realizzati con giovani dei tre gruppi linguistici (16-28 anni) con lo slogan «Più coraggio per il plurilinguismo», dove il coraggio è quello chiesto ai ragazzi stessi. Ai giovani testimonial è stato chiesto di cantare una canzone amata nelle seconda o terza lingua. Più coraggio di così, cantare e in un’altra lingua, liberi di sbagliare. «Più lingue, più vantaggi. Provaci anche tu», è lo slogan. I video saranno diffusi sui canali social media (You Tube) e sulle piattaforme digitali dei promotori. Poi si potrà tornare a parlare di miglioramento del sistema di apprendimento, di formazione degli insegnanti e orari, dicono, ma l’idea di fondo è che se non si sblocca qualcosa dentro, il plurilinguismo diffuso resterà irraggiungibile.

«Stiamo parlando nella casa dell’economia, ma il plurilinguismo è vitale per la convivenza. È un concetto di base su cui non è possibile fare sconti», ha detto Michl Ebner (presidente della Camera di Commercio), «L’esperienza degli ultimi anni ci ha fatto capire che non siamo sulla strada giusta. Sono stati superati i vecchi pregiudizi che tenevano lontani dalla seconda lingua, oggi c’è più una noncuranza, un non volersi aprire a un mondo italiano e tedesco che raggruppa 200 milioni di persone. I ragazzi dovrebbero capire che questo è un valore di base della nostra società».

L’assessore Philipp Achammer ricorda di essere ancora colpito dagli esiti dello studio Kolipsi 2 di Eurac Research (maggio 2017): «Troppi giovani vivono in un contesto monolinguistico e hanno contatti rari con la seconda lingua. La scuola ha un ruolo fondamentale, ma non può essere l’unico attore». Achammer, che resta contrario all’idea di scuola mista facoltativa, esclude anche che il tema possa ancora essere l’aumento delle ore di lingua a scuola. «È vero che non c’è più un rifiuto verso l’italiano o il tedesco», ha aggiunto Achammer, «Pesa molto il timore di lanciarsi con le proprie imperfezioni, sapendo di avere di fronte una persona di madrelingua. Non cerchiamo la perfezione, impariamo sbagliando». Il presidente di «Economia Alto Adige» Leo Tiefenthaler ha ricordato quanto l’economia abbia bisogno di personale plurilingue: «È giusto lavorare insieme, come abbiamo fatto noi con questa campagna. È una sfida che deve coinvolgere tutti, a partire dai genitori». Nelle città ci sarebbero molte occasioni, ma gli ambienti restano divisi, dalle scuole alle associazioni. In periferia l’incontro a volte è impossibile. «Nei paesi abbiamo imparato l’italiano anche parlando con il postino, con i figli del maresciallo dei carabinieri o dei ferrovieri. Non è più così, in molti casi», ha ricordato Achammer.

La Provincia, il «Südtiroler Wirtschaftsring – Economia Alto Adige» e la Camera di commercio si impegnano da sempre per la crescita delle competenze linguistiche in Alto Adige, hanno sottolineato: «Offerte specifiche di istruzione e di formazione del personale organizzate dalle associazioni e dal Wifi, il servizio di formazione della Camera di Commercio, attività mirata di pubbliche relazioni, e studi specifici dell’Ire. Grazie a questa campagna, l’impegno verrà rafforzato. (fr.g.)

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