«Downhill pericoloso», comitiva sfiorata dai sassi 

La denuncia di un gruppo di escursionisti: «Situazione ormai intollerabile sul sentiero che sale al Renon. Nel fine settimana divieti ignorati»



BOLZANO. «Una presenza ormai intollerabile e pericolosa». È “guerra” aperta tra escursionisti e i praticanti di downhill, la disciplina sportiva che consiste nello scendere in bicicletta lungo ripidi sentieri di montagna. Le pendici di Bolzano sono molto frequentate dagli amanti di questi sport che, soprattutto nel fine settimana, arrivano da Austria e Germania per salire in quota usando le funivie urbane, e scendere poi a capocollo lungo i sentieri che portano verso il capoluogo. Sentieri dove però il downhill è vietato con tanto di cartelli che vengono costantemente ignorati. Alcuni escursionisti bolzanini ha preso carta e penna dopo, scrivono, «l’ennesimo incidente sfiorato». «Siamo un gruppo di amici - si legge nella nota - amanti della montagna, molti di noi sono iscritti al Cai e all’Avs. Nel fine settimana spesso saliamo a piedi a Soprabolzano, utilizzando il sentiero numero 2 che da via Sant’Osvaldo porta a Peter Ploner, e poi a Santa Maria Assunta sul Renon. Ormai la presenza di giovani che scendono sulle biciclette da downhill è diventata costante e pericolosa. Si lanciano a velocità elevate senza preoccuparsi di chi sta salendo, con notevole rischio per chi sale a piedi. Ci teniamo a sottolineare che, non essendo troppo impegnativo, si tratta di un sentiero molto frequentato da bolzanini di ogni età. Il sabato, e specialmente la domenica, ci sono intere famiglie lo percorrono a piedi, con bambini e anche anziani. I ciclisti non rispettano i cartelli di divieto sistemati in quota, scendono lungo tracciati non attrezzati per le due ruote e riservati ai pedoni. Più di una volta sono stati evitati incidenti per un soffio. Inoltre, proprio a noi, nel tratto sopra il Peter Ploner, è capitato di essere investiti da una scarica di sassi provocata dal passaggio, più a monte, di un gruppo di downhiller. Questi signori, inoltre, proseguono verso la passeggiata di Sant’Osvaldo, infischiandosene di sbarre e cancelli. Se dici loro qualcosa, fanno finta di non sapere». Il percorso del sentiero 2 del Monte Tondo è considerato un “must” dai praticanti di questa disciplina. Come detto, nel weekend arrivano decine di giovani soprattutto dalla Germania, che utilizzano la funivia per salire comodamente a Soprabolzano e poi scendere. Alcuni cartelli di divieto sono stati danneggiati a colpi di spray, altri tolti e buttati lungo la scarpata, riferiscono gli escursionisti. «È ora che si intervenga - si legge ancora nella lettera - con controlli serrati e sanzioni. Basta mettersi alla stazione a valle della funivia. Si riconoscono dai caschi integrali».













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Valeria Frangipane

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