Dramma alla Salewa, precipita e muore 

La vittima è Jakob Müller, 70 anni di Terlano, caduto da un’altezza di dodici metri. È spirato poco dopo il ricovero


di Paolo Tagliente


BOLZANO. Amava arrampicare. Amava la montagna. E da quando era andato in pensione, in montagna passava quasi tutto il suo tempo libero. Una passione che ieri è stata fatale per Jakob Müller, 70 anni di Terlano, precipitato da un’altezza di 12 metri mentre arrampicava nella palestra del Salewa Cube. Müller è piombato al suolo quando era ormai arrivato in cima alla più “piccola” delle due su cui, ogni giorno, nella struttura di Bolzano sud, arrampicano decine di appassionati. Jakob si trovava assieme ad un amico che, a terra, garantiva la sicurezza e che non ha potuto fare nulla per impedire la tragedia. L’incidente è accaduto poco dopo le 17 e il settantenne è piombato a terra a pochi centimetri dall’amico. Subito è scattato l’allarme e il personale della modernissima struttura sportiva è subito intervenuto con il defibrillatore per far ripartire il cuore di Müller, fermatosi dopo lo schianto con il pavimento. Sul posto, nel frattempo sono arrivati i sanitari della Croce Rossa e una pattuglia del Radiomobile dei carabinieri della compagnia di Bolzano, che conducono le indagini su quanto accaduto. A lungo, i soccorritori si sono adoperati per ripristinare le funzioni vitali dell’anziano sportivo, poi trasportato al San Maurizio in condizioni disperate. Tanto disperate che, qualche ora dopo il ricovero, il suo cuore ha cessato di battere. La notizia della tragedia è arrivata ben presto a Terlano, dove Müller, ex rappresentante di articoli per ufficio, era conosciutissimo e stimato. Jakob, padre di Michl, dipendente comunale, e din un’altra ragazza, arrivava da una famiglia con ben 12 figli e molto presente e impegnata nella vita sociale di Terlano. Anche la moglie Maria è attiva in biblioteca e in moltissime iniziative. Una tragedia che ha gettato nello sconforto più profondo l’intera comunità, a partire dal sindaco Klaus Runer, che lo conosceva bene e che ha espresso parole di grande dolore.

Comprensibilmente scossi anche i responsabili e il personale della Salewa che pur hanno puntualmente applicato tutte le procedure fissate per incidenti simili. «Siamo intervenuti immediatamente – ha spiegato Martin Knapp quando Müller lottava ancora tra la vita e la morte – ma di fronte a una caduta da quell’altezza si può fare poco. La struttura è stata progettata e realizzata nel rispetto delle più avanzate norme di sicurezza, con accorgimenti che l’azienda ha voluto adottare anche se vanno oltre quanto stabilito dalla legge. Il pavimento alla base della parete, ad esempio, è certificato Htc 1000 ed evita lesioni al capo a una persona che cade da 70 centimetri. Qui stiamo parlando di 12 metri. L’arrampicata, però, è uno sport rischioso, chi la pratica lo sa bene, e non si possono certo escludere imprevisti e incidenti. Siamo sconvolti». Ancora da stabilire cosa sia accaduto di preciso, ma da una prima ricostruzione sembra che a tradire Müller sia stato il nodo che legava la corda all’imbrago. Un nodo che si sarebbe sciolto all’improvviso, non lasciando scampo al settantenne il quale, oltre ad essere molto esperto, era considerato molto prudente e attento. All’amico che garantiva la sicurezza di Jakob e che ha assistito alla tragedia è stato subito garantito un sostegno psicologico.

©RIPRODUZIONE RISERVATA













Altre notizie

Attualità