Droghe killer tra i giovani Allarme per eroina e coca 

Dopo anni torna ad aumentare il numero delle dipendenze da stupefacenti L’età di chi comincia ad assumere stupefacenti si è abbassata ulteriormente


di Paolo Tagliente


BOLZANO. Tre morti “sospette” nel giro di poche settimane. Tre giovani vite spezzate. Certezze ancora non ce ne sono, perché indagini e approfondimenti da parte degli inquirenti sono ancora in corso, ma su tutte queste tragedie, inutile nasconderlo, aleggia il fantasma della droga. Quella droga che, dopo aver mietuto tante vittime negli anni 70 e 80, in molti s’illudevano avesse ridotto la sua diffusione e, parallelamente, la sua pericolosità. Da un paio d’anni, invece, come accade quando un vulcano si risveglia all’improvviso dopo essere rimasto inattivo per anni, la droga è tornata di “moda” e s’è ripresa le pagine della cronaca, con nuove vittime. È tornata la cocaina, è tornata l’eroina e sono tornate tante droghe nuove, tutte letali. Un “ritorno” confermato anche da Peter Koler, direttore e coordinatore del centro specialistico per la prevenzione delle dipendenze e la promozione alla salute. «Non posso e non voglio entrare nel merito di questi episodi – spiega lo specialista – ma certo è che già da più di un anno fa, dalla morte di un diciassettenne, si era attivato a livello provinciale un gruppo che sta cercando di capire con quali misure si possono incontrare questi ragazzi più precocemente. Il fenomeno del consumo di sostanze stupefacenti è tornato più visibile e tutti siamo d’accordo che le misure che dobbiamo attuare devono essere molto di più “a bassa soglia” e cioè dobbiamo raggiungere i ragazzi “prima”. Per questo, da qualche mese, è attivo il “progetto Streetwork” e altre iniziative sono allo studio da parte della provincia». Il progetto del Comune che coinvolge Forum Prevenzione, diretto proprio da Koler, Volontarius e l’associazione La Strada, prevede l’impiego di operatori - gli street worker - attivi sul territorio e per le strade proprio per “intercettare” il disagio giovanile ed evitare, attraverso varie iniziative, che i ragazzi imbocchino la strada della droga. «Quello che valeva in passato – continua Koler – non si può più dire quello che si diceva in passato quando si parlava di un fenomeno marginalizzato, con i vecchi tossici, con l’eroina fuori moda. Ora l’eroina è tornata come sostanza fumata sulla stagnola, è tornata tra i giovani, ed è ovviamente sempre legata ad un disagio, e non c’è più la paura di assumerla per la paura di morire. Non è più stigmatizzata, insomma. E parallelamente a questo c’è un mercato e c’è la disponibilità».

«Senza dubbio c’è maggiore sequestro di droga – spiega Bettina Meraner, vice primario del servizio dipendenze di Bolzano –, ma sul consumo non abbiamo dati anche perché le persone non ammettono di usare stupefacenti. Ma vediamo gli esiti del consumo. Abbiamo notato un maggiore numero di morti sospetti e un maggiore afflusso di utenti minorenni. Questo secondo aspetto, però, potrebbe essere legato ad una maggiore sensibilità da parte di chi manda questi ragazzi da noi».

Una diffusione che, come spiegano sia i sanitari che le forze dell’ordine, che trova spiegazione nella nuova maniera di fare uso dell'eroina: ora si fuma. In questo modo è più facile fare il salto dallo spinello alla droga pesante, senza il laccio emostatico, la siringa e il sangue, col pericolo delle malattie veneree e tutti gli altri spettri che per anni avevano tenuto la sostanza più dannosa lontano dai giovani. La tregua è finita, insomma.

Non è facile, ma è possibile capire come rendersi conto se un figlio assume sostanze o meno. Se l'uso è saltuario può accadere che i genitori non riescano ad accorgersene, se invece l'uso è significativo è difficile che non se ne rendano conto. I sospetti possono nascere se il ragazzo o la ragazza diventano particolarmente svogliati, disattenti, distratti e se a tratti appaiono troppo assenti, quasi semi incoscienti. Attenzione perché è sintomo di dipendenza anche l'estrema loquacità e l'improvvisa assenza di freni inibitori. Sempre importante guardare bene gli occhi. Fermare il ritorno di questa piaga, insomma, è possibile.

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