Durnwalder non cede: i nomi storici solo in tedesco

Secondo il governatore "l’intesa va applicata con buonsenso. In ogni caso, in base a quanto fissato nel protocollo, le denonimazioni Vetta d’Italia e lago Rodella sono destinate a scomparire. L’accordo parla chiaro. L’articolo 5 prevede il mantenimento nella denominazione originaria, solo in lingua tedesca o/e ladina, dei nomi storici". Attesa per la scelta dei quattro esperti in commissione



BOLZANO. La settimana che si è appena conclusa è stata dedicata alla discussione sull’interpretazione dell’intesa sulla segnaletica di montagna - e in particolare del controverso articolo 5 - raggiunta tra il ministro Raffaele Fitto e il presidente della Provincia Luis Durnwalder. Questa che si apre oggi sarà incentrata sulla composizione etnica della commissione paritetica e la nomina dei quattro esperti - due indicati dal governo e due dalla Provincia - che dovranno esaminare le 1500 denominazioni monolingui individuate dai carabinieri nella segnaletica di montagna installata dall’Avs. Inutile dire che anche la scelta degli esperti sarà motivo di polemica. La commissione deve essere nominata entro 15 giorni dalla firma dell’intesa.
Presidente Durnwalder, la Provincia chi nominerà?
«Domani (oggi, ndr) in giunta cominceremo ad esaminare l’accordo e ciascuno farà le sue valutazioni».
La decisione?
«La prossima settimana».
Si dice che uno dei due esperti sarà il direttore generale della Provincia Hermann Berger?
«Non penso proprio».
E allora chi?
«Stabilito che il governo nominerà due italiani, la Provincia nominerà due tedeschi. Per quanto riguarda la scelta delle persone attendiamo le prossime mosse del governo».
Il Cai vuole farne parte?
«Hanno ragione: è giusto che ci siano. Se il governo nomina un rappresentante del Cai, noi nomineremo uno dell’Avs. Certo che se loro mettono il commissario del governo e un altro politico, allora anche noi saremo costretti a fare altrettanto».
Parliamo di nomi: Vetta d’Italia e lago Rodella restano?
«Viene creata una commissione proprio per fare delle proposte in merito».
Lei cosa pensa?
«Che l’intesa va applicata con buonsenso. In ogni caso, in base a quanto fissato nel protocollo, le denonimazioni Vetta d’Italia e lago Rodella sono destinate a scomparire».
Com’è possibile?
«L’accordo parla chiaro. L’articolo 5 prevede il mantenimento nella denominazione originaria, solo in lingua tedesca o/e ladina, dei nomi storici».
Scusi, ma dopo 80-90 anni non può essere considerato storico anche un nome italiano?
«Quando si parla di “storico” vale il concetto di più vecchio. Quindi, non sicuramente le invenzioni di Tolomei».
Alcuni mesi fa un editoriale della Wirtschaftszeitung diceva che a distanza di 80-90 anni dalla loro introduzione anche i nomi italiani fanno parte della storia di questa terra.
«Se così fosse non sarebbe stato necessario neppure l’accordo con il ministro Fitto, visto che andrebbero conservate tutte le invenzioni di Tolomei».
Questa comunque è una sua interpretazione dell’articolo 5 su cui non tutti sono d’accordo.
«Non è una mia interpretazione. È semplicemente quello che dice il testo dell’intesa: basta leggere. Non c’è nulla da capire e men che meno da interpretare. In ogni caso sul mantenimento della denominazione Vetta d’Italia che tanto appassiona c’è da fare una precisazione».
Ovvero?
«Mi spiace deludere chi si accalora su questo nome, ma non è neanche detto che la commissione se ne occupi».
Perché?
«Perché non so se è nell’elenco delle 1500 denominazioni che i carabinieri hanno individuato solo nella versione monolingue. A scanso di equivoci è bene si sappia che la commissione paritetica esaminerà e farà delle proposte solo su queste».
A mente fredda oggi come giudica l’intesa raggiunta con il governo?
«Sono abbastanza soddisfatto lo giudico un buon accordo per la salvaguardia della pacifica convivenza».
Da parte italiana sono più d’uno quelli che sostengono che a rimetterci sarà il gruppo italiano che vedrà cancellati molti nomi entrati a far parte, volenti e nolenti, del patrimonio di questa terra.
«Anche da parte tedesca c’è chi protesta, perché gli uni vorrebbero salvare tutti i nomi italiani, gli altri cancellarli tutti».

© RIPRODUZIONE RISERVATA













Altre notizie

Attualità