Durnwalder, stangata da mezzo milione 

Accolto il ricorso della procura: l’ex presidente e l’ex direttore dell’ufficio caccia e pesca pagheranno 1.136.250 euro in due


di Paolo Tagliente


BOLZANO. La Lega anti vivisezione l’ha subito definita una sentenza storica. Può darsi. Di certo, quella pronunciata nei giorni scorsi dai giudici della Sezione prima della Corte dei Conti d’Appello è una sentenza pesante, pesantissima. In primo luogo per le tasche dell’ex presidente della giunta provinciale Luis Durnwalder e dell’ex direttore dell’Ufficio caccia e pesca della Provincia Heinrich Erhard, condannati a versare ben 568.125 euro a testa a favore dello Stato. A tanto, infatti - 1.136.250 euro - ammonta il danno erariale quantificato dal sostituto procuratore della Corte dei conti Alessia Di Gregorio causato dall'abbattimento di marmotte, stambecchi, volpi, tassi che Durnwalder e Erhard avevano consentito attraverso un centinaio di decreti emanati tra il 2010 e il 2014. Era stato definito “abbattimento programmato”, ma la Lav (Lega anti vivisezione, rappresentata dall'avvocato Mauro De Pascalis) e la Lac (Lega anticaccia, rappresentata dall'avvocatessa Monica Bonomini) avevano denunciato il danno erariale derivante dall’aver dato via libera all’abbattimento di quella che era selvaggina protetta. Nel dicembre del 2016, però, la Corte dei conti aveva assolto sia Durnwalder, difeso dagli avvocati Gerhard Brandstätter, Leonardo Di Brina e Karl Pfeifer, che Erhard, difeso dall’avvocato Domenico Laratta, condannandoli però al pagamento di 6 mila e 192 euro a testa per le spese legali derivate da contenziosi persi, sempre sulla stessa materia, ma davanti al Tar. Il Tribunale amministrativo regionale, infatti, aveva annullato i decreti, ritenendoli non sufficientemente motivati. Sentenza impugnata dalla procura contabile regionale e anche dal legale di Erhard, ovviamente per opposti motivi. Ora, la Corte dei conti d’appello ha accolto le istanze della prima, respingendo quelle del secondo, e pronunciando una sentenza pesantissima per l’ex presidente e l’ex funzionario. «Un risultato senza precedenti – commenta la Lav – che riconosce, per la prima volta in Italia, il danno erariale causato da un’Amministrazione pubblica che, scriteriatamente e a più riprese ha proposto e approvato Decreti di autorizzazione all’uccisione di animali di specie protette - come marmotte e stambecchi – incurante delle costanti bocciature della Giustizia amministrativi. Auspichiamo che questa storica condanna rappresenti un preciso monito agli attuali amministratori della stessa Provincia di Bolzano e della vicina Provincia di Trento, a non approvare le proposte di legge per l’uccisione di lupi e orsi, specie protette a livello nazionale ed europeo» dichiara la Lav, che avverte come anche in questi casi le responsabilità ricadrebbero su tutti gli assessori e i consiglieri provinciali che decidessero di votare favorevolmente agli abbattimenti. Ci auguriamo – conclude – che i costi di una gestione politico-amministrativa illecita non ricadano sui cittadini dell’Alto Adige, i quali dovranno pretendere che i condannati non sfuggano alle proprie responsabilità, sostenendo in proprio il danno arrecato, secondo il principio che prevede una specifica responsabilità patrimoniale in capo ad agenti della pubblica amministrazione che arrechino un danno alle casse dello Stato».













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