Ex Speedline, sei mesi per la bonifica 

Iniziati i lavori per sanare i terreni: sull’area di via Buozzi sorgerà la nuova appendice di Unibz e l’Istituto di biomedicina


di Paolo Campostrini


BOLZANO. A Bolzano Sud si scava il futuro della città. E questa volta non solo in senso figurato. All'estremo limite del NOI Techpark, all'altezza della grande rotonda (angolo via Volta - via Buozzi) è partita una delle più grandi operazioni di bonifica degli ultimi anni: si sta scendendo in profondità nelle viscere del terreno dove sorgeva la Speedline per poterci poi costruire sopra la facoltà di Ingegneria. Terreno infido, questo. Dove per un lungo periodo si sono lavorati materiali, accumulate scorie e residui. Insomma, il campo di battaglia del tempo delle fabbriche. «Si andrà avanti per mesi», annuncia Ulrich Stofner che, dal ponte di comando del Dipartimento economia della Provincia, sta coordinando “ab initio” la grande impresa del Techpark. Data prevista per la conclusione di questi atti preparatori per il cantiere universitario, dicembre 2018. Poi via, spediti, per seguire un'agenda a tamburo battente: «La nuova facoltà sarà pronta nel 2022. E se si pensa che il presidente Kompatscher - osserva Stofner - aveva preso la sua decisione in proposito nel dicembre del 2017, si comprende quanto venga considerato strategico lo sviluppo di questo nuovo motore dell'innovazione che è il Parco tecnologico». Una scansione che, operativamente, era proseguita nel maggio scorso con la messa a punto del piano volumetrico e che sarà completata, in termini di progressione amministrativa, con la stesura del finanziamento entro l'autunno. Con questo cantiere, iniziato pochi giorni fa, si mette così mano a uno degli ultimi lotti pubblici del “Noi”, quello che aveva compreso nella sua area le porzioni dell'ex Speedline, alla destra (guardandolo di fronte), del grande corpo centrale e del Black Monolith. Una bonifica, questa in atto, assolutamente propedeutica rispetto ai lavori di costruzione, perché si tratta di un terreno molto usurato dall'attività industriale. Ma questa porzione del Techpark sta riservando altre sorprese. Perché la Speedline non possedeva solo i corpi produttivi ma anche una palazzina, adibita a mensa. E che si trova in via Volta sul fronte strada, sullo stesso asse del bar del “Noi” attualmente operativo all'ingresso. Questa palazzina, che possiede anche un valore architettonico postindustriale, essendo in puro stile razionalista come altri corpi di fabbrica, sarà risanata, preservata al suo interno, ma alla fine ospiterà un altro gioiello di questo snodo dell'innovazione bolzanino: l'Istituto di biomedicina dell'Eurac. Un centinaio di ricercatori che hanno già prodotto straordinari studi sul dna di intere popolazioni, come quella della Val Venosta. E che produrrà sapere che poi sarà “venduto” a imprese e aziende di area farmaceutica in tutto il mondo. Anche questo "corpo" di fabbrica del “Noi” sta avanzando molto rapidamente: i lavori sono già in corso e si prevede la loro conclusione entro il 2020. Tornando alla facoltà di Ingegneria, la sua attivazione era stata immaginata dalla stessa Università per ampliare la propria offerta senza sovrapporsi, in termini di specializzazioni, agli atenei vicini di Trento e Innsbruck e per potenziare la propria capacità di attrazione. Poi l'arrivo di Paolo Lugli al rettorato e la precisa volontà di Palazzo Widmann di aumentare l'appeal della propria libera creatura hanno l'abbrivio alla stesura di un’ agenda operativa. Per dare corso a questa sinergia iniziale, è stato ora istituito un gruppo di lavoro tra Provincia e UniBz che ha avuto la delega di predisporre i contenuti della facoltà, i suoi percorsi formativi e soprattutto, decisivi in questa fase progettuale, gli spazi interni, la suddivisione degli ambiti e le volumetrie. Perché si tratterà di una delle imprese più significative, anche rispetto ai numeri tra studenti e docenti, del giovane ateneo bolzanino. Che mostra, anche per merito del suo nuovo rettore, tutta la valenza strategica di un approdo a Bolzano Sud. Luogo di contatto, oltre che con il “Noi”, anche con una rete ormai significativa di imprese innovative che potranno contare gli studi e sull'apporto anche umano della nuova facoltà nei settori periferici del capoluogo. Che UniBz contribuisce finalmente a far diventare policentrico.















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