Flusso di profughi dalla Germania 

Deriu (Siulp): «Vengono allontanati, ma non abbiamo forze sufficienti per quantificare il fenomeno»



BOLZANO. I profughi in Alto Adige sono in costante diminuzione - eccezion fatta per iracheni e magrebini - e sono aumentati i respingimenti dalla Germania e dall’Austria, soprattutto di pachistani e afghani. A dirlo è stata Christine Sartori, che coordina la raccolta di abiti usati per la Società San Vincenzo De Paoli, a margine dell’inaugurazione del nuovo market per persone bisognose, in via Andreas Hofer. Un fenomeno, quello dell’aumento dei respingimenti, che viene confermato anche da Mario Deriu, segretario del sindacato di polizia Siulp della Provincia di Bolzano.

«Accanto a quelli che definiamo respingimenti ordinari e quelli compiuti alla frontiera – spiega Deriu – con controlli che, ormai da quattro anni, la polizia austriaca compie in modo sistematico e selettivo su ogni treno, durante la scorta trilaterale, ci imbattiamo con una certa sistematicità in persone che, via treno, ma anche via autostrada, tornano in Italia da Austria e Germania. In via ufficiale risulta che abbiano intrapreso il viaggio su decisione autonoma, ma è probabile siano stati allontanati dai paesi in cui si trovavano». Si tratta di episodi, pur frequenti, o di un vero e proprio fenomeno?

«Impossibile dirlo – spiega Deriu – perché la polizia italiana non ha né gli uomini né le risorse per effettuare controlli con la stessa sistematicità con cui vengono compiuti dalle forze di polizia schierate dall’Austria, nei confronti della quale c’è un’indiscutibile subalternità dell’Italia. I controlli, infatti, vengono compiuti solo su chi viaggia verso nord. La situazione è sempre la stessa – continua il segretario del Siulp – e da un anno a questa parte, nulla è cambiato, nonostante il commissariato Brennero, come tutti i commissariato, sia in forte sofferenza di organico. Nonostante le nostre richieste e le nostre segnalazioni. Per dare un’idea delle condizioni in cui il personale in servizio alla stazione di Brennero è costretto a lavorare, basti pensare che ormai mesi fa ho inoltrato una richiesta affinché, vista la specificità della situazione a Brennero, gli agenti venissero dotati di divise per alta montagna. Non si tratta di attrezzatura prevista per il personale ordinario, ma che ritengo fondamentale per chi lavora lì. Una richiesta formale presentata l’8 novembre scorso, ma fino ad ora non è arrivato nulla. E siamo ormai vicini alla primavera. Dopo numerose sollecitazioni, ci è stato detto che sono in arrivo alcuni capi, ma si tratta solo di “sottotute”».

Nulla che possa davvero proteggere dal freddo gli agenti durante le gelide giornate invernali passate di servizio. «Un esempio eloquente – conclude Deriu – che racconta bene la situazione a Brennero, dove il personale è ridotto all’osso, ma continua a lavorare con la massima serietà, con turni straordinari e compiendo i pochi controlli che riesce a fare con scrupolo e attenzione.

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Valeria Frangipane

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