Freiheitlichen, carezze agli italiani

Mall e Leiter, candidati alla segreteria: «Stato libero con i tre gruppi linguistici». Sicurezza e immigrazione i temi forti


di Massimiliano Bona


BOLZANO. Per la prima volta, ieri, ad una conferenza stampa dei Freiheitlichen non c’era Pius Leitner – anima e leader indiscusso del partito della destra tedesca – ritiratosi in buon ordine dopo l’inchiesta sui «Sex toys». A fare gli onori di casa l’attuale Obmann Walter Blaas, che al congresso del 20 maggio si farà da parte. In lizza per la successione ci sono due Schütze, uno più giovane e grintoso (Andreas Leiter, 35 anni, di Marlengo) e l’altro (Arno Mall, 49 anni di Salorno) più esperto, moderato e rassicurante. La scelta della nuova guida arriva a poco più di un anno dalle provinciali e sarà determinante anche per i nuovi equilibri interni. Mall può contare sul sostegno di Blaas, dei consiglieri provinciali Tamara Oberhofer e Roland Tinkhauser e dell’attuale segretario organizzativo Lois Taibon. Ulli Mair, Pius Leitner e Sigmar Stocker hanno scommesso invece sull’esponente del Bauernbund Andreas Leiter.

Mall (a cui si deve l’arrivo di Ulli Mair) considera il partito «come un figlio», visto che c’era fin dalla prima ora, mentre Leiter si sente «un figlio del partito», visto che ci è entrato nel 2010 dopo aver fatto esperienza nel direttivo Svp di Marlengo. Entrambi i candidati «azzurri» assicurano di non voler scimmiottare la destra separatista della Klotz e di Knoll, ma di volersi battere per uno Stato libero «equidistante da Italia e Austria, in cui gli italiani e i ladini avranno la stessa dignità dei tedeschi». Un’apertura forte, quasi una dichiarazione d’amore, forse non corrisposta.

Mall, che è un insegnante, ha ricordato la sua esperienza felice come candidato contro Peterlini nel collegio senatoriale Bassa Atesina, poi ha puntato sulla sicurezza. «Se avessi un figlio che va in discoteca la sera non sarei sereno: dobbiamo fare di più». Poi lo Stato libero: «Che è un’opportunità anche per gli italiani». Sull’immigrazione l’approccio è quello di sempre. «Gli stranieri sfruttano meglio di noi il welfare ma mettono in pericolo i nostri valori. Serve rigore con chi non è in regola».

Andreas Leiter, che guida il maso di famiglia (il Reberhof) a Marlengo, si fa forte del sostegno di Florian von Ach (numero 3 degli Schützen), in corsa in ticket come segretario organizzativo. «In realtà non sono così duro come mi vogliono dipingere. Mi definirei vivace e tollerante», si affretta a precisare.

Ritiene sia fondamentale avere «una polizia locale», capace di incidere e decidere «anche sui flussi migratori, in modo da distinguere tra profughi aventi diritto all’asilo e tutti gli altri».

Sogna uno Stato libero con meno burocrazia, «in cui l’economia possa respirare un po’ di più». L’ultima battuta è per Ulli Mair che garantisce sulla compattezza del partito: «Conosco Mall da una vita. Devo a lui il suo ingresso nei Freiheitlichen. Ma Leiter è determinato e aperto. Si è fatto avanti da solo, con una chiamata a Pius...».

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