Galilei, telecamere anti-spaccioMa gli studenti si ribellano

Escalation per lo spaccio di droga all’istituto Galilei di via Cadorna. A lanciare l’allarme non sono prof o genitori, ma i rappresentanti degli studenti. E il preside non smentisce. Tanto che nella scuola sono state installate 12 telecamere di sorveglianza. A denunciare la pesantezza della situazione è Simone Gaiser, il presidente del comitato studentesco Ipia-Iti Galileo Galilei: «La situazione è intollerabile e in troppi sembrano far finta di niente». Il preside: «Non nego che fuori dall’istituto ci sia un certo giro».



«Prima dell’inizio delle lezioni - precisa Gaiser - un buon numero di studenti si trova all’esterno del Galilei, aspettando il suono della campanella. Durante questo intervallo di tempo si verificano numerosi fatti vergognosi e preoccupanti».

Fra le 7.45 e le 8.10 del mattino «parecchi studenti “anziani” invitano i più giovani a provare e successivamente acquistare sostanze stupefacenti». Ma non sarebbe tutto: «La maggior parte delle volte i più giovani cedono alle offerte che vengono loro proposte. Questo succede o perché vengono minacciati dagli studenti più grandi o perché rimangono letteralmente incantati dai prezzi di vendita, bassi rispetto a quelli praticati altrove, in discoteca o simili».

Questi episodi si ripeterebbero «anche all’interno dello stesso edificio scolastico, durante la ricreazione e ai cambi d’ora. Alcuni ragazzi - spiace dirlo ma in buona parte si tratta di immigrati extracomunitari - se ne vanno di classe in classe a fare pubblicità ai loro “prodotti”».

La rappresentanza studentesca lamenta inoltre la scarsità di attenzione da parte delle forze dell’ordine.

«Più volte abbiamo verificato che non ci sono controlli», sostiene Gaiser. «Comunque, anche se ci fossero controllori in divisa servirebbero a poco. Perché a spacciare sono numerosi studenti ben organizzati. Si servono di “pali” agli angoli strategici e se vedono arrivare vigili urbani, polizia o carabinieri “sbaraccano” velocemente».

Altro punto dolente sarebbe la dirigenza scolastica eccessivamente “morbida” nei confronti del fenomeno.

«Per quanto ne so - replica il dirigente dell’istituto, Calogero Arcieri - dentro al Galilei non si spaccia. Non nego che fuori dall’istituto ci sia un certo giro. E di sicuro può accadere che a pausa si mettano d’accordo per trovarsi fuori a concludere l’“affare” o che qualcuno entri con uno spinello in tasca. Controlli coi cani, una volta l’anno, se ne fanno. E abbiamo installato telecamere a tutte le entrate, ma con 820 studenti... L’unico mio rammarico è che per questioni di privacy nemmeno il sottoscritto sa quanti o chi siano nella mia scuola i ragazzi seguiti dai servizi sociali o che hanno avuto guai con la giustizia».













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