I figli di Srebrenica, musulmani e cattolici «Diciamo no all’odio»

I ragazzi della città bosniaca ospiti di un progetto al Pascoli «Ci sentiamo uniti in una nuova generazione»


di Alan Conti


BOLZANO. Tutti parlano di diversità, di come affrontarla e viverla. Loro la diversità la conoscono, l'hanno vista accarezzare le armi e hanno vissuto una giovinezza dove si aggiustano i cocci di un conflitto. La teoria della convivenza è pratica per un gruppo di ragazzi di Srebrenica che in questi giorni sta preparando uno spettacolo teatrale con alcuni coetanei del liceo Pascoli. Un progetto curato dalla Fondazione Langer che ha portato a Bolzano la testimonianza di giovani con gli occhi profondi. «Bisogna sempre essere capaci di appianare le differenze» racconta Valentina Radovic, un sorriso che va oltre ogni steccato. «Non abbiamo vissuto direttamente il genocidio della nostra città, ma siamo figli di quanto accaduto. Abbiamo il dovere di dare una risposta diversa». Nel drappello di studenti arrivati a Bolzano per provare questo spettacolo ispirato al Don Quijote di Miguel de Unamuno si trova un insieme di serbi, bosniaci, cattolici e islamici. Un gruppo di amici con etnie e religioni mischiate: a vent''anni di distanza una vittoria contro i mulini a vento. «Il teatro è un linguaggio universale che ci permette di avere un obiettivo unico facilitando automaticamente amicizie e condivisioni affettive forti» riflette Nikolina Gagic. Si capisce, insomma, che prima ancora dello scambio con gli studenti bolzanini questo progetto sta creando qualcosa di nuovo per la loro realtà. Tutto, è bene ricordarlo, grazie a un laboratorio teatrale del Teatro Zappa finanziato dalla giornata di Operation Daywork realizzata dai giovani altoatesini nel 2013. I ragazzi che aiutano i ragazzi.

Senad Dzananovic, per esempio, è di religione islamica e vive questi giorni con una certa difficoltà. «Quello che è accaduto a Parigi non ha una spiegazione. Uccidere un essere umano è deplorevole. Noi, nel nostro piccolo, dobbiamo metterci d'impegno per non alzare muri. Andiamo a scuola insieme e creiamo forti legami ed amicizie al di là dell'orientamento religioso».

L'opportunità di crescere viene colta al volo anche dai ragazzi del liceo Pascoli. «Si tratta di un incontro costruttivo – le parole di Andrea Scodro Trolese – che ci porta automaticamente a interrogarci sul concetto di identità. L'attentato a Charlie Hebdo ribadisce semplicemente che dividerci tra religioni toglie l'opportunità di conoscere il diverso».

“L'uomo equilibrato è un pazzo” scrive Charles Bukowski in un passaggio citato durante lo spettacolo e lo squilibrio verso l'altro diventa indispensabile. «Porta a capire – chiude Andrea Rizza della Fondazione Langer – che i sogni dei giovani sono gli stessi ad ogni latitudine».

Lo spettacolo si terrà oggi alle ore 11, ma sarà riservato ad alcuni studenti del liceo Gasteiner. In futuro potrebbe arrivare una data per tutti: merita.

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