I ladri acrobati e scatenati in alloggio di via Rovigo 

Venerdì, nel mirino, è finito un appartamento al secondo piano del civico 23  Stanze a soqquadro: rubati denaro e anche un’attrezzatura da sommozzatore



BOLZANO. Tante denunce, moltissime segnalazioni, ma nessuno s’era illuso che, nonostante il tamtam sui sociali e sui giornali, il fenomeno dei furti si sarebbe arrestato. Venerdì sera, infatti, i cosiddetti “ladri acrobati” sono tornati in azione, questa volta in via Rovigo, zona già visitata dai topi d’appartamento qualche settimana fa. Hanno preso di mira il condominio “Novacella 1”, al civico 23. Un palazzo rosa circondato da altri palazzi, al cui esterno sembra impossibile poter fare qualcosa senza essere visto da qualcuno dei residenti. Tante, infatti, sono le finestre che si affacciano su quell’angolo di palazzina su cui si sono arrampicati i ladri, ma nessuno ha visto nulla. È successo, come sempre all’imbrunire, durante l’assenza dell’inquilina dell’appartamento, la bolzanina Cristina Bazzo, che era al lavoro.

I malviventi si sono inerpicati lungo il muro, su un angolo dell’edificio dove passano le tubature del gas e dove i balconi sono raggiungibili abbastanza facilmente. Dev’essere stata una questione di pochi istanti e, una volta raggiunto il balcone al secondo piano, i delinquenti hanno facilmente avuto ragione della finestra e sono entrati nell’alloggio. A quel punto, il più era fatto: quasi certamente informati sull’ora di ritorno della proprietaria, i ladri hanno messo a soqquadro le camere. Svuotati e perquisiti con cura armadi e cassetti, stando a un primo inventario, avrebbero preso denaro (non una cifra importante) e, caso strano, un’attrezzatura da sub. Un’anomalia, questa, rispetto agli altri furti perché, di solito, questo tipo di professionisti si preoccupa adi arraffare solo denaro, gioielli od oggetti preziosi. Nei tanti precedenti furti, tablet, macchine fotografiche, pc e qualsiasi altra attrezzatura era sempre stata ignorata. Seppur indubbiamente costosa. Poi, così come era arrivati, se ne sono andati, indisturbati e “invisibili”.

A scoprire quanto accado è stato, poco dopo, Cristina Bazzo. Aperta la porta di casa, la donna s’è subito accorta che le stanze erano state messe sottosopra e ha capito cos’era accaduto. Per la donna si tratta del secondo furto: una quindicina d’anni fa, i ladri erano entrati una prima volta nell’appartamento. Non le è rimasto altro da fare che sporgere denuncia in questura e, ieri, alcuni specialisti della polizia scientifica hanno lavorato per raccogliere eventuali indizi utili alle indagini.

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