Il Cai ridisegna il Sentiero Italia 

Dodici giorni di tappe in Alto Adige, da Cauria ad Arabba. Al lavoro pure l’Avs e i Parchi naturali


di Davide Pasquali


BOLZANO. Ideato nel 1983, effettivamente inaugurato nel 1995 con la prima edizione del Camminaitalia, oggi quasi caduto nel dimenticatoio. Stiamo parlando del Sentiero Italia; con i suoi oltre seimila chilometri attraverso le montagne italiane è il più lungo trekking del mondo. Il tracciato originale, partendo dalla Sardegna, arrivava in Sicilia, risaliva tutti gli Appennini, traversava le Alpi Occidentali, poi le Orientali, infine planava a Trieste. Vai a sapere perché, praticamente ignorava l’Alto Adige. Lo sfiorava. Monte Roen, poi via verso la val di Fiemme. Ora il Club alpino italiano vuole rilanciare il percorso sull’intero territorio nazionale, e in Alto Adige, grazie all’impegno di un gruppo di lavoro guidato da Carlo Alberto Zanella (direttivo Cai Bolzano) e dall’accompagnatore nazionale di escursionismo Filippo Cecconi (Cai Appiano), si è colta la palla al balzo. Dopo mesi di studi e sopralluoghi, a giorni si presenterà la proposta alle sezioni Cai altoatesine, prima di spedirla a Milano, alla sede centrale, per l’ok definitivo: due settimane di percorso, da Cauria (Salorno), fino ad Arabba. Si prenderà il testimone dal Trentino, lo si cederà poi al Veneto. L’Alpenverein Südtirol, e questo è davvero un buon segno di tempi nuovi, si è impegnato a collaborare, così come i parchi naturali della nostra Provincia. Sul campo, infatti, servirà innanzitutto una nuova segnaletica dedicata al Sentiero Italia. In Trentino, invece, dove il trekking conta già oggi su una dozzina di tappe (che, appunto, sfiorano l’Alto Adige, ignorandone però il cuore montano, le Dolomiti) nell’ambiente escursionistico si mormora che non abbiano fatto proprio i salti di gioia. Discussioni, pressioni... Tanto che l’Alto Adige ufficialmente dovrebbe risultare soltanto una variante dello storico sentiero. Vabbe’, poco importerà agli escursionisti stranieri e italiani che avranno a disposizione un nuovo percorso delle meraviglie. Partenza dal rifugio Potzmauer, ai Masi Alti di Grumes, al limitare del parco naturale di Monte Corno, poi si toccheranno Redagno, passo Lavazè (possibile salita a Corno Nero e Corno Bianco), Obereggen, Carezza (variante per il Labirinto del Latemar), rifugio Fronza alle Coronelle, malga Hanicker (variante sentiero attrezzato passo Santner con discesa per passo Coronelle o passo Principe e val Ciamin), San Cipriano di Tires, valle Orsara, rifugio Bolzano al Monte Pez (possibile variante per il sentiero Maximilian ai Denti di Terrarossa e salita a passo Molignon), rifugio Sasso Piatto (possibile salita alla vetta), Plan de Gralba, Selva Gardena, rifugio Puez (possibile salita alla vetta), rifugio Franz Kostner al Vallon (possibile variante via ferrata Piz da Lech), Arabba. Tappa giornaliera minima due ore, tappa massima 5 ore e 45 minuti (varianti escluse). Dislivelli positivi da 104 a 1.492 metri, dislivelli negativi da 0 a 1.285 metri. Lunghezze percorse da 4,5 a 12,6 chilometri. In totale, oltre 116 chilometri (varianti escluse), da percorrere in 12 giorni, lungo 30 sentieri segnati classici e non, oltre 48 ore nette di cammino, quasi 7500 metri di salita, oltre 6.200 metri in discesa. Gambe in spalla...













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