Il Crab salva l’ultimo astore e poi sospende l’attività 

Il Centro Recupero Avifauna. I volontari stanno smantellando la struttura: sono senza contributi per andare avanti nonostante una mozione approvata all’unanimità in Provincia



Bolzano. Nei giorni scorsi è stato trasferito presso un centro di recupero in provincia di Verona l’ultimo animale che si trovava al CRAB-Centro Recupero Avifauna Bolzano, un astore irrecuperabile alla vita selvatica: «Si trattava di un giovane maschio - spiega il presidente del CRAB Gabriele Simonini - arrivato quasi un anno fa con un’importante frattura dell’omero. Con l’intervento chirurgico effettuato a suo tempo si era riusciti a risaldare l’osso e a consentire all’animale di effettuare piccoli voli, purtroppo non sufficienti per consentire la sopravvivenza in natura, soprattutto per un rapace come l’astore che, nonostante un’apertura alare di più di un metro, fa della velocità e dell’agilità nello sfrecciare tra gli alberi del bosco una delle sue armi più importanti». Nei giorni scorsi sono stati rilasciati anche gli ultimi ricci che avevano svernato nel Centro di recupero perché recuperati in autunno inoltrato troppo piccoli o magri e in natura difficilmente sarebbero sopravvissuti al letargo invernale. «Ora stiamo smantellando e immagazzinando i materiali - prosegue Simonini - dalle voliere ai tunnel di volo, dalle camere calde (piccole incubatrici) alla strumentazione ambulatoriale. Purtroppo tante cose verranno buttate, ma la cosa più importante è che si riesca a riaprire il Centro prima possibile». L’esistenza del centro è un obbligo di legge ma è anche un’esigenza fortemente sentita e richiesta dalla società, «Da quando abbiamo sospeso l’attività (1 gennaio 2019) sono state molte le conferme della rilevanza del nostro lavoro e della necessità di proseguire, attestati arrivati in modo trasversale, da singoli cittadini, dagli enti e dalla politica, indipendentemente dallo schieramento, perfino dal mondo venatorio». Ed è stata proprio la politica con il Team Köllensperger a centrare l’obiettivo con una mozione approvata all’unanimità dal Consiglio provinciale e che ha impegnato la giunta a mettere attorno a un tavolo Crab, Comune e Provincia, per trovare i modi e gli spazi adeguati per permettere il proseguimento di un prezioso servizio. Si attende ora che si passi prima possibile ai fatti per consentire la riapertura, dicono al Crab.

La storia del Crab

Nel 2003 un gruppo di appassionati naturalisti, veterinari, birdwatcher hanno dato vita al Centro Recupero Avifauna Bolzano. Quando un cittadino o direttamente le varie forze dell’ordine rinvengono un uccello ferito, che va quindi curato e successivamente liberato nella natura, è a loro che si rivolgono. Analogo discorso vale per piccoli mammiferi come ad esempio i ricci. Con dedizione e professionalità i volontari dell’associazione hanno curato migliaia di animali selvatici, svolgendo un servizio prezioso che va incontro alla diffusa attenzione per l’ambiente e all’immagine di green region che all’Alto Adige piace dare di sé. Ma attenzione, perché parliamo anche di un servizio che a norma di legge gli enti pubblici devono garantire. Dal 2003 è stato proprio il Crab non solo a curare gli animali selvatici, ma anche a svolgere altre importanti mansioni come la custodia di animali sotto sequestro giudiziario; l’inanellamento degli uccelli immediatamente prima del loro rilascio in natura; fungere da laboratorio epidemiologico (in collaborazione con l’Istituto zooprofilattico delle Venezie e l’Asl); creare occasioni didattiche in collaborazione con il Museo di scienze naturali.













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