Il rettore: città carissima per gli studenti 

Lugli: «Dico ai ragazzi: venite qui perché la qualità della vita è alta, ma i costi sono impegnativi». E mancano gli alloggi


di Paolo Campostrini


BOLZANO. Ieri, all'università, c'era l'”open day”. Vuol dire, tra l'altro, che l’università si apre sempre più: «Eravamo sopra i 3.600 studenti l'anno scorso, ora siamo a 4.100. E quota 5 mila è alle porte», ha detto il rettore. Studenti da tutta Italia ma anche da Germania, Austria, Scozia, Slovacchia Ungheria e Spagna. Ma deve anche dire, sottintende Paolo Lugli, che pure Bolzano potrebbe fare altrettanto. Perché tra città e ateneo adesso ci sono due ostacoli: i prezzi e le case. E infatti il rettore dice un paio di cose che suonano come una richiesta di aiuto. La prima: «Dico ai genitori e ai ragazzi: venite qui perché c'è un'alta qualità della vita. Ma devo anche avvertirvi che pure i prezzi sono alti». E, secondo Lugli, siamo noi piccola città, molto competitivi, in negativo, con le grandi: «come comprare a Roma, Milano o Monaco, per dire...». La seconda: «Siamo tanti. Prevediamo un 15% in media in più ogni anno di nuove iscrizioni. Ma non sappiamo più dove far dormire gli studenti. Per cui: cara, carissima Bolzano, datti da fare per costruire alloggi da riservarci...". Ecco dunque l'emergenza. Che è positiva, perchè fa capire quanto Unibz sia ormai attrattiva non solo in Italia ma in Europa. Quanti nuovi corsi abbia avviato, a quante nuove facoltà stia pensando. Ma che alza il velo su quello che i bolzanini sperimentano da anni sulla loro pelle: una inflazione che galoppa ben più che nel resto del Paese, un indice di prezzi al consumo da brividi e una carenza di alloggi con possibilità di affitto calmierato o almeno concordato. Il rettore, che ieri alle "porte aperte" ha condotto la lezione inaugurale di prima mattina di fronte ad un'aula magna stracolma di giovani aspiranti studenti oltre 1200) e ai loro genitori, ha così portato la sua esperienza " da osservatore" sulle criticità ma anche sulle tante positività del connubio Uni-Bolzano. "Voi siete qui in centro e ci starete. Sia a Bolzano che a Bressanone - ha sorriso - e dunque potete vivere l'urbanità e i suoi privilegi senza essere relegati ai margini della città". E poi il tempo ("più di cento giorni all'anno di sole"), le tre lingue. E i tanti nuovi corsi. Per dire: alla Lub sono stati avviati nel 2018 il corso di laurea professionalizzante in ingegneria del legno, il curriculum automazione, il magistrale in Transmedia interaction ad Space, la laurea magistrale in Accuinting e finanza, in Food Sciences for Innovation (con l'Università di Parma, sede dell'autorità europea del cibo, a collaborare) e infine in Compulsional Data Science. Ma facoltà totalmente inedite sono alle porte: "Qui, a Bolzano Sud, al "Noi "Techpark stiamo studiando il prossimo insediamento di Ingegneria - ha confermato Lugli - e in un'altra sede da individuare arriverà anche la facoltà di Scienze culturali". Con annessi corsi di storia. Alle porte è anche Musica, dopo le intese col Conservatorio Monteverdi. L'altra questione che rende Unibz un investimento sostenibile è la sua riconosciuta capacità di inserimento nel mondo del lavoro. Secondo gli ultimi studi di Alma Laurea, a Bolzano il 78% dei laureati trova occupazione molto in fretta e quasi sempre nel suo settore di studi. Una percentuale che nel resto d'Italia si attesta intorno al 60%. "E poi cari ragazzi e genitori - ha aggiunto il rettore nella sua "lezione" introduttiva- chi esce dall’Unibz guadagna subito, di media e sempre secondo ricerche riconosciute, circa 1200 euro al mese". Come primo impiego d'esordio. Fuori onda, poi Paolo Lugli ha chiesto aiuto non solo alle istituzioni, che finanziano l'ateneo, come la Provincia ma anche, a proposito di studentati, ai privati: "Penso che gli imprenditori possano ora comprendere come investire su immobili da destinare agli affitti per gli studenti costituisca una direttrice economica capace di generare profitti visto le possibilità di sviluppo dell'università...".

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