Il sindaco di Bolzano Luigi Spagnolli pensa ai droni per garantire la sicurezza in città

Progetto segreto: da marzo il primo cittadino è in contatto con la “Italdron” e punta sull’occhio tecnologico che riprende i volti dall’alto. Tutti "schedati", ma la privacy è garantita. Ecco come funzionerebbe


di Susanna Petrone


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BOLZANO. Il futuro è alle porte e in alcuni casi fa già parte del presente: chi ama i film di fantascienza, avrà visto spesso dei droni volare. Quegli “uccelli” di carbonio che con i loro “occhi” riprendono qualsiasi cosa. In “Minority Report”, i droni riescono persino a prevedere chi commetterà un crimine o meno. Beh, non siamo a questi livelli, ma i droni esistono già e vengono utilizzati spesso e volentieri per prevenire reati. Fotografano i volti, registrano ogni spostamento. Un sistema che presto potrebbe diventare realtà a Bolzano. Un sistema che potrebbe essere utilizzato nei luoghi “caldi” della città, come Piazza delle Erbe, Parco Petrarca, via Resia e vicino a locali frequentati da giovani.

Il progetto segreto.

Nove mesi fa, il sindaco Luigi Spagnolli e il suo dirigente tecnico si mettono in contatto con il bolzanino Alex Galtarossa dell’azienda di Ravenna Italdron. Spagnolli ha un’idea ben precisa: rendere il capoluogo altoatesino di nuovo un posto sicuro. Il primo cittadino, infatti, non vuole che la “sua” Bolzano cada in mano ai teppisti. Troppe le risse e le aggressioni durante il fine settimana e troppe le denunce per lesioni personali. Spagnolli, dunque, a marzo chiede all’azienda di presentare un progetto, che prevede l’intervento dei droni.

L’occhio dall’alto.

Poche settimane dopo, il drone viene fatto partire da Piazza Municipio.

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Riprende i Portici e via Museo dall’alto. Sorvola tutto il centro storico. Fotografa ogni volto. Ingrandisce i visi dei passanti. Archivia le immagini. I tecnici di Italdron raccolgono in questo modo migliaia di dati su quello che accade nelle strade bolzanine. Ma la privacy?

«Tutti i dati - spiega Galtarossa - vengono raccolti da noi. Le immagini sono blindate e criptate. Il problema privacy non sussiste o perlomeno è pari o inferiore rispetto alle telecamere fisse in quanto tutti i volti e le immagini registrate rimangono codificati e protetti da noi. Solo su specifica richiesta da parte delle forze dell’ordine o in caso di eventi straordinari sempre legati alla pubblica sicurezza, saranno estrapolate sequenze video e volti di uno specifico luogo e orario».

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La prevenzione.

Il bello di questo progetto, che però ad oggi è rimasto segreto, è che i delinquienti non possono sapere se vengono ripresi o meno. «Le telecamere sono fisse e ladri e vandali sanno quali punti evitare. Con i droni la situazione cambierebbe completamente: nessuno sa quando sorvolano la città ne quale zona viene ripresa». Le telecamere tradizionali hanno dei costi di gestione cinque volte superiori ai droni.

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«Ribadisco: i droni di sorveglianza in volo, con a bordo tutta la sofisticata tecnologia per registrare, riconoscere e localizzare chiunque e in qualsiasi momento, sono un fortissimo deterrente contro la criminalità». Le riprese possono essere effettuate sia di giorno sia di notte. In alcuni casi il drone è visibile ai passanti, in altri casi invece sorvola la città. E infine: può inseguire i malviventi. In un prossimo futuro, il sindaco Spagnolli potrebbe decidere se dare il via libera a questo progetto, che grazie a sensori ottici foto-video, potrà incrementare il livello di sicurezza attraverso un monitoraggio preventivo.

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