In arrivo a Bolzano altri 70 migranti

Saranno suddivisi tra ex Lemayr, Casa Einaudi ed ex Alimarket. Critelli: «Abbiamo già raggiunto la nostra quota di 1.740»


di Massimiliano Bona


BOLZANO. Nuova giornata di sbarchi con oltre 7 mila migranti in arrivo sulle coste del Sud Italia. Non più solo in Sicilia, ma soprattutto in Calabria e Campania. Ciò significa che anche in Alto Adige, nelle prossime ore, è atteso lo 0,9 per cento di questa quota, ovvero poco meno di 70 migranti. Non si sa ancora se saranno nuclei familiari o giovani adulti, ma la Provincia si sta già attrezzando per la redistribuzione su tutto il territorio altoatesino. Le prime conferme sono arrivate ieri dal direttore della ripartizione famiglia e politiche sociali Luca Critelli, che ha già fatto un primo punto della situazione con il sindaco di Bolzano Renzo Caramaschi. Il dirigente provinciale e il primo cittadino non sono ancora diventati amici, ma hanno iniziato quantomeno a parlarsi in modo schietto.

«Entro cinque giorni - ammette Critelli - arriveranno i migranti che ci spettano. Saranno, orientativamente, una settantina. Ci diranno solo all’ultimo se si tratta di giovani adulti - e in questo caso saranno dirottati nelle strutture di prima accoglienza all’ex Lemayr e all’ex Alimarket - oppure di nuclei familiari, che invece finiranno a Casa Einaudi, in via Galilei. La situazione è ancora gestibile. Nel capoluogo si sono liberati diversi posti perché abbiamo aperto le strutture a Laives e Silandro e quindi non possiamo dire di trovarci impreparati. Certo, il ministro austriaco Kurz non ha tutti i torti, quando afferma che bisogna fare qualcosa, prima o poi, per contenere quantomeno i flussi sulla rotta del Mediterraneo».

L’Alto Adige, con questi nuovi arrivi, raggiungerà la quota di migranti imposta dallo Stato. «Siamo, più o meno, a 1.740. È anche vero che, in presenza di questi nuovi sbarchi, il Governo potrebbe semplicemente aggiornare le quote per ogni singola regione o provincia autonoma». La provincia di Bolzano, allo stato attuale delle cose, può contare su una trentina di strutture, ovvero di Cas, i centri di accoglienza straordinaria, che devono essere sorvegliati 24 ore su 24 e della cui gestione non si occupano i Comuni. «Anche nel resto del Paese - sottolinea Critelli - la situazione è analoga. L’80 per cento dei richiedenti asilo è ospitata nei Cas, mentre il 20 per cento è accolta con il sistema Sprar, il Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati». In Alto Adige sono, più o meno, 60 i Comuni che hanno aderito allo «Sprar» ma solo all’inizio del 2018 inizieranno ad ospitare i migranti. «Per presentare i progetti - conclude Critelli - c’è tempo fino a settembre. Per adesso in Alto Adige dobbiamo arrangiarci solo con i Cas».

©RIPRODUZIONE RISERVATA













Altre notizie

Attualità