«In giunta noi o la Lega due mondi all’opposto» 

L’assessore del Pd: «L’alleanza con le Civiche come argine al populismo»  La proposta: «Ore comuni tra scuole italiane e tedesche. Svolta sulla sanità»


di Francesca Gonzato


BOLZANO. Christian Tommasini guida la lista Pd-Civiche. Il vicepresidente provinciale corre per il suo terzo mandato, le elezioni più complicate perché l’accordo di giunta è tutto tranne che scontato e la concorrenza tra i candidati della testa di lista è più tosta del solito (ed è tutto dire, visti i precedenti del 2013 con Roberto Bizzo).

Lei si propone per il terzo mandato. Sta pensando se è stata la scelta giusta?

«Confrontandomi con il mio gruppo è prevalsa l’idea che devi sapere cosa vai a fare. Non c’è nulla di più pericoloso dello spontaneismo al potere. Essendo stato in giunta già due volte mi sento anche più libero: non deve essere a tutti i costi, sia io che il partito sappiamo quali saranno i paletti».

Il Pd e prima il centrosinistra è al governo da molti anni. Avete costruito una rete di potere, distribuito finanziamenti. Non crede che ci sia una voglia di cambiamento tra gli elettori?

«Governare è complesso. Ogni decisione accontenta qualcuno e scontenta altri. I cittadini iniziano a capirlo e credo che se ne stiano accorgendo anche nel governo Lega-M5S, benvenuti nella realtà. Questa volta la partita è molto alta, c’è “semplicemente” in gioco il modello di autonomia, perché se la Svp sceglierà la Lega come alleato, prevarrà anche una certa ala della Stella alpina. Tutto il pacchetto completo. Spero che i cittadini vogliano evitare un salto nel buio, come è la manovra di bilancio nazionale».

Nemmeno un filo di autocritica?

«Le difficoltà ci sono state. È complicato essere soli in giunta, con un partner forte come la Svp e tutte le responsabilità come partner italiano. Gli assessori italiani dovrebbero tornare ad essere due. Il progetto del Pd insieme alla Civiche nasce per costituire un argine ai populisti».

Conferma che il Pd non sarebbe disponibile a una giunta con la Lega, che per parte sua lo ha già escluso?

«Certo. O il Pd o la Lega. L’Alto Adige, che nella sua migliore vocazione vuole essere forte e libero, rischia di chiudersi sempre di più in una sorta di “piccola patria etnica”, fondata sulla rabbia e sulla paura. La Lega, che va ad applaudire ai congressi dei Freiheitlichen e tiene un atteggiamento quantomeno ambiguo sulla “doppia cittadinanza”, rischia di fare sponda agli ambienti etnici della Svp che vogliono depotenziare l’ala europeista. Il gruppo italiano rimarrebbe schiacciato. Se il Pd non ottiene un buon risultato, cioè almeno due eletti, non ci salveranno i Verdi che, da soli, non hanno la possibilità di andare in giunta. Nemmeno Köllensperger, che pare disponibile con tutti. Tanto meno i bizziani, con le loro aperture alla Lega. Una vergogna».

La destra spopola nei quartieri popolari. Il Pd non ha fatto l’errore di puntare principalmente sulla scuola bilingue, per quanto importante?

«In questa legislatura abbiamo portato a casa il “patto per Bolzano” con gli investimenti per la mobilità, il nuovo ospedale di Bolzano e, certo, le sezioni trilingui nella scuola italiana».

Tornare in giunta per fare cosa?

«Vogliamo presentare una legge sull’invecchiamento attivo, occuparci più di sanità, non lasciandone il governo alla sola Svp, difendere la nostra sanità pubblica e la parte che funziona, a partire dal superamento della proporzionale per trovare più medici e personale qualificato. Proprio perché la scuola plurilingue l’abbiamo introdotta, adesso si può fare il salto ulteriore: il Liceo musicale comune fra scuola italiana e tedesca, e poi quello sportivo. Proponiamo di realizzare almeno il 10% delle materie in comune fra le scuole italiane e tedesche».

©RIPRODUZIONE RISERVATA













Altre notizie

Attualità