In viaggio sul Renon, veloci e sicuri con la funivia automatica

La prima trifune ad ammorsamento automatico d’Italia



BOLZANO. Viaggio inaugurale, ieri mattina, per la nuova cabinovia del Renon, la prima trifune ad ammorsamento automatico d’Italia. Un impianto assai innovativo, unico nel suo genere, perché si è trasformata una tecnologia nata per l’alta quota e lo sci, rendendola fruibile a livello urbano, a tutti: anziani, mamme con carrozzella, biciclette. Numerosi gli accorgimenti sviluppati dalla Leitner proprio per il Renon, in primis a favore della sicurezza: doppia fune portante, cavallotti per stabilizzare la traente, 26 telecamere. È la prima cabinovia automatica al mondo dotata di veicoli di salvataggio.

Entrerà in servizio sabato prossimo, il 23 maggio, ma ieri si è tenuto il viaggio inaugurale, alla presenza del presidente della giunta provinciale, del sindaco, degli assessori ala mobilità comunale e provinciale, nonché dei vertici di Leitner e Seeste Bau, costituitesi in associazione temporanea di imprese per realizzare e gestire l’intera struttura. Si tratta della prima public private partnership altoatesina: dei 16 milioni di euro investiti, 12,8 li ha finanziati la Provincia, il resto lo ha messo l’Ati, cui è stato concesso l’usufrutto dell’area a valle per i prossimi 40 anni, dopodiché tutto passerà alla Provincia.

All’interno dell’elegante e sinuosa stazione a valle - progettata dall’architetto bolzanino Luca Zangirolami - si sono realizzati un punto informazioni e un bar-imbiss-panetteria che aprirà al pubblico il 23 maggio, per l’inaugurazione della funivia. Nell’edificio annesso, ora come ora in fase di ultimazione, stanno un parcheggio interrato per 130 posti auto (aprirà il 23) e un supermercato Eurospin (aprirà a fine giugno).

Discorsi ufficiali, ieri, sull’importanza dell’impianto per favorire la mobilità dolce e non motorizzata. Obiettivo dichiarato: raddoppiare i 100.000 passaggi annui della vecchia funivia a va-e-vieni nel giro di tre anni.

Il bello, però, è stato dopo: il viaggio inaugurale, quando gli ingegneri della Leitner hanno spiegato, e con dovizia di particolari. Intanto la stazione a valle. Per realizzare una normale cabinovia ad ammorsamento automatico, di quelle a moto continuo e velocità costante, serve spazio per le stazioni, ma in via Renon non ce n’era, per cui si è dovuto compattare tutto, sacrificando la meccanica. Ergo, ci si è dovuti inventare ciò che non esisteva: la cabinovia a due velocità. Tre cabine salgono, tre scendono, due sostano in stazione, una a valle, una a monte.

Si viaggia a 7 metri al secondo, ma quando la cabina più a valle e quella più a monte si avvicinano alle rispettive stazioni, rallentano fino a 3 metri al secondo. Ovviamente, rallentano pure le altre cabine in viaggio, per poi riaccelerare dolcemente. Le due cabine entrate in stazione, invece, non si limitano a rallentare, come quando si va a sciare e si deve scendere corricchiando. No, qui la cabina si ferma proprio, come si fosse in metropolitana. Così possono salire e scendere con tutta calma anziani, mamme con carrozzella, ciclisti con bici.

Le portanti sono due e rendono assai stabile la cabina in caso di vento. Sempre per la stabilità, a intervalli regolari fra le due portanti si sono sistemati dei cavallotti, ossia dei triangoli metallici. Servono a tenere unite le portanti, stabilizzandole, e nel mezzo sorreggono una rotella su cui scorre la traente. In tal modo, per la prima volta in Italia, si scongiura il pericolo che la traente, ossia la fune in movimento, esca dalla sua sede. E questo anche in caso di brusche frenate di emergenza.

Per la prima volta al mondo, inoltre, si è realizzato un sistema di veicoli di soccorso, inesistente sulle normali funicolari ad ammorsamento automatico. In caso di avaria o impossibilità di funzionare, ossia a cabine bloccate a mezz’aria da valle e da monte partiranno due carrelli di soccorso. Viaggeranno su fune dedicata, con meccanica e motore elettrico separati da quelli della cabinovia. Arriveranno fino alle singole cabine coi passeggeri a bordo e le agganceranno per trascinarle fino a dentro le stazioni.

Insomma, niente spericolati soccorsi aerei con elicotteri o calate tramite corda da parte del soccorso alpino. Perché su questa cabinovia non saliranno solo i soliti alpinisti o sciatori, ma semplici cittadini. Insomma: funivia per cittadini, soccorsi per cittadini.

Si viaggerà senza personale a bordo, pure a tarda sera (nei weekend estivi anche fino a mezzanotte). Motivo per cui, per evitare vandalismi e per garantire sicurezza ai passeggeri, si sono installate 26 telecamere, sui tralicci e all’interno delle cabine. Sul cui soffitto si è posizionato anche un rilevatore antiincendio.
Insomma, al Renon si salirà in piena sicurezza.













Altre notizie

Attualità