Insegnanti di sostegno, dati non positivi  

In Alto Adige il rapporto tra alunni e docenti è il peggiore d’Italia ma le risorse sono elevate



BOLZANO. La graduatoria degli insegnanti specializzati per il sostegno non è sufficiente a soddisfare la domanda. È quanto emerge dai dati dell'Istat del report «L'inclusione scolastica: accessibilità, qualità dell'offerta e caratteristiche degli alunni con sostegno». Nell'anno scolastico 2017/2018, gli insegnanti per il sostegno nelle scuole italiane sono circa 156 mila (dati Miur). A livello nazionale il rapporto alunno-insegnante per il sostegno è migliore di quello previsto dalla Legge 244/2007 (due alunni ogni insegnante per il sostegno) con un valore pari ad 1,5. Fa eccezione, in questo senso, la Provincia di Bolzano, dove si rilevano 4,2 alunni ogni insegnante per il sostegno. Se da un lato il rapporto alunno-insegnante previsto per legge risulta pienamente soddisfatto su quasi tutto il territorio nazionale, dall'altro a causa della carenza di insegnanti specializzati, si riscontra una grossa quota di insegnati per il sostegno selezionata dalle liste curriculari (36%). Questo fenomeno è più frequente nelle regioni del Nord dove la quota sale al 49%. Per migliorare la qualità dell'apprendimento - sottolinea l'Istat - è importante che l'insegnante per il sostegno sia in grado di utilizzare la strumentazione adeguata, a tale scopo risulta fondamentale la formazione in tecnologie educative. Per l'anno scolastico 2017/2018, nel 13% delle scuole italiane nessun insegnante per il sostegno ha frequentato un corso specifico, nel 61% delle scuole soltanto alcuni, mentre nei restanti casi (26%) tutti gli insegnanti hanno frequentato almeno un corso.

Per quanto riguarda l'accessibilità delle strutture, soltanto il 32% delle scuole italiane risulta a misura per alunni disabili; ancora più difficile la situazione nel Sud, dove soltanto il 26% degli edifici scolastici è a norma, mentre la situazione è migliore al Nord dove i valori raggiungono il 40% superando la media nazionale.

Nel 2016 la spesa dei Comuni italiani per i servizi sociali ammonta a circa 7 miliardi e 56 milioni di euro, pari allo 0,4% del Pil nazionale. Rispetto all'anno precedente c'è un incremento del 2%. Lo rileva l'Istat spiegando che «prosegue la ripresa iniziata nel 2014 che, dopo il calo registrato nel triennio 2011-2013, ha riportato gradualmente la spesa sociale quasi ai livelli precedenti la crisi economica e finanziaria». Per ciascun residente i Comuni hanno speso in media 116 euro nel 2016. La Provincia autonoma di Bolzano ne ha spesi 517.















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