Intercultura in cerca di famiglie 

Scambi linguistici. In Alto Adige sono ospitati un ragazzo turco e uno cinese; una ragazza del Ghana e una thailandese Dall’11 al 14 aprile arriveranno 15 giovani da tutto il mondo. Dell’Eva: «Un’occasione per portarsi un pezzo di mondo a casa»



Bolzano. Tre sono a Bolzano: Emir Bajar, 15 anni turco, è ospite di Cornelia Dell’Eva e del suo compagno Norberto; Warat Saraban, 17 anni thailandese, è a casa di Renata Mantoan; Yao Jixiang, 16 anni cinese, è dalla famiglia Knoll; mentre Salma Jawad, 16 anni del Ghana, è a Merano, dalla famiglia Viskanic. Stiamo parlando dei giovani che partecipano al progetto dell’associazione Intercultura e sono arrivati in Alto Adige l’estate scorsa; torneranno a casa a luglio. L’associazione sta cercando per il weekend dall’11 al 14 aprile una quindicina di famiglie a Bolzano e dintorni che siano disposte ad ospitare altrettanti ragazzi che stanno trascorrendo l’anno con Intercultura nel Triveneto.

Una nuova esperienza

«Potrebbe essere l’occasione - spiega Irene Hovden, responsabile dell’ospitalità del Centro bolzanino di Intercultura - per fare un’esperienza nuova, ovvero avere in casa un ragazzo o una ragazza che arrivano da un “altro” mondo. Per pochi giorni, l’impegno richiesto è minimo: non è necessario prendersi ferie, perché i ragazzi saranno comunque impegnati nelle attività organizzate dall’associazione. Ma può essere utile, per verificare se c’è la disponibilità per un’ospitalità più lunga. Le famiglie devono farsi carico di vitto e alloggio».

Obiettivo dell’associazione, basata esclusivamente sul volontariato, è quello di far incontrare lingue, culture, abitudini, tradizioni culinarie, visioni diverse del mondo. Intendiamoci, non tutto è facile - avere in casa un adolescente implica comunque responsabilità ed impegno - ma chi lo ha fatto, assicura che ne vale la pena.

Cornelia Dell’Eva, in quanto responsabile Sviluppo e Formazione dell’associazione, è tra coloro che credono con forza alla validità del progetto e, da qualche mese, ospita Emir che arriva dalla Turchia e frequenta il liceo Torricelli: «Finalmente - dice il ragazzo - a Bolzano sto imparando l’italiano. Nella prima famiglia che mi ha accolto a Roma, non mi sono trovato bene, perché mi parlavano sempre in inglese».

La terza figlia

Renata Mantoan è la “mamma” di Warat Saraban che arriva dalla Thailandia e a Bolzano frequenta il quarto anno del liceo Carducci. «Mi sono informata e ho deciso assieme al resto della famiglia - racconta - di provare. Forse, fra qualche anno, anche le mie due figlie potrebbero andare a fare un’esperienza simile in qualche parte del mondo. Pensavo che fosse più difficile, ma Warat è diventata subito la terza figlia. Lei si è trovata bene con noi e viceversa. La consiglio anche ad altri, perché è un’occasione per crescere. In casa ti entra un altro pezzo di mondo. Quest’anno è volato».

Yao Jixiang in Cina è figlio unico; a Bolzano invece è ospiste della famiglia Knoll ed ha un fratello e due sorelle: «Mi piace l’Italia, mi piace Bolzano. Anche se qualche volta rimpiango il silenzio di casa mia. Ho scelto di venire in Italia per imparare la lingua e diventare un giorno traduttore e guida in italiano e spagnolo».

Salma Jawad, 16 anni, arriva dal continente africano, in particolare dal Ghana, e vive a Merano, ospite della famiglia Viskanic: «Qui mi trovo bene e anche al liceo linguistico Gandhi di Merano mi sono inserita senza troppi problemi. Quest’esperienza in Europa per me è importante perché vorrei diventare giornalista».

Gli scambi

In questi giorni, nell’ambito degli scambi di Intercultura, Salma sta trascorrendo il weekend a Reggio Emilia; Yao Jixiang è a Reggio Calabria, mentre Warat è in Sicilia. Chi invece ha preferito rimanere a Bolzano è Emir, la mascotte del gruppo.

All’inizio di luglio torneranno a casa arricchiti dalla nuova esperienza fatta in Alto Adige; e lo stesso discorso vale per chi li ospitati per un anno, aiutandoli a scoprire un mondo nuovo, a vedere le differenze e ad apprezzarle. A.M.

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