MIGRANTI IRREGOLARI

Kompatscher, pressing per le espulsioni

Il governatore porta il tema alla Conferenza delle Regioni: «Chiarezza sulle regole per chi non ottiene lo status di rifugiato»


di Francesca Gonzato


BOLZANO. Le regole sono regole, dice Arno Kompatscher. E sulla base di questo principio il presidente provinciale chiede un giro di vite sulle espulsioni per i richiedenti asilo che non ottengono lo status di rifugiati.

Il tema verrà discusso giovedì mattina a Roma nella seduta della Conferenza delle Regioni e Province autonome. È stato lo stesso Kompatscher a chiedere l’inserimento di questo punto nell’ordine del giorno.

«Ho proposto il tema a Stefano Bonaccini, presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome. È un tema molto sentito anche da altri governatori», anticipa Kompatscher.

Questo il punto inserito nell’ordine del giorno della Conferenza: «Gestione dei flussi migratori e dei richiedenti protezione internazionale – Richiesta del Presidente della Provincia autonoma di Bolzano, ai sensi dell’art. 4, comma 3 del Regolamento della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome».

Era noto che questo momento sarebbe arrivato. Gli amministratori pubblici e gli addetti ai lavori da oltre un anno ne parlavano con preoccupazione. Finora il problema è stato garantire l’accoglienza ai richiedenti asilo, con tutte le difficoltà e le polemiche, è il ragionamento, «ma cosa accadrà quando inizieranno ad arrivare con grandi numeri i dinieghi alle richieste di protezione internazionale? Come reagiranno i migranti?».

Anche Kompatscher ne ha sempre parlato e ora chiede alle Regioni di discuterne, per avere una voce più forte con il governo. Sempre giovedì si riunirà infatti la Conferenza Stato-Regioni.

Kompatscher spiega la sua iniziativa con gli altri presidenti di Regione. Esaurita per molti richiedenti asilo presenti in Alto Adige la fase della domanda e dell’eventuale ricorso contro i dinieghi, «il momento è arrivato. Come si deve procedere?».

In base alla legge, il richiedente asilo perde il diritto di restare in Italia, nel caso venga rigettata la sua richiesta di protezione internazionale. A quel punto possono iniziare le procedure di rimpatrio. Questa è la legge. «Concretamente cosa accadrà?», domanda Kompatscher, che riferisce, «La realtà è che abbiamo richiedenti asilo e migranti che hanno ricevuto il diniego e trattiamo tutti nello stesso modo. Ma così non si può andare avanti. Se ci sono delle regole, vanno rispettate».

Dalle Regioni parte il pressing sul governo perché si proceda con una campagna consistente di rimpatri? Kompatscher ha sempre messo in chiaro che nella sua visione il dovere umanitario dell’accoglienza ai richiedenti asilo va di pari passo con la necessità di rimpatriare chi non ha diritto di restare. Lo ha sottolineato anche nella sua ultima relazione di bilancio: «Resta irrisolta la questione riguardante l’adozione di efficaci misure di rimpatrio per chi non ottiene il diritto di asilo. Sollecitiamo lo Stato italiano e la comunità internazionale ad affrontare il problema e ad adottare le necessarie misure per garantire procedure di rimpatrio possibilmente rapide. Diversamente, l’intero sistema riguardante le procedure d’asilo e il riconoscimento delle tutele internazionali rischia di diventare un assurdo».

 













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