«L’Alpe non deve diventare un nuovo Plan de Corones»  

L’ impianto. Delusa l’assessora Hochgruber Kuenzer: «I pareri delle commissioni tecniche sempre stati negativi Non mi aspettavo che la delibera passasse in giunta. Non ha senso fare un nuovo impianto da Castelrotto alla Bullaccia»


ANTONELLA MATTIOLI


Bolzano. «È vero che a Plan de Corones ci sono tre impianti che da Brunico, Valdaora e San Vigilio portano in cima, ma è anche vero che non ci sono strade. L’Alpe di Siusi è un’altra cosa: stiamo parlando di una zona di vincolo paesaggistico dove, oltre alla strada, c’è già una cabinovia che da Siusi arriva sull’Alpe. Che senso ha, andare a costruire un impianto di risalita che parta a cinque chilometri di distanza, ovvero a Castelrotto, e arrivi fino alla Bullaccia? L’Alpe di Siusi è un gioiellino, non deve diventare la copia di Plan de Corones». Maria Hochgruber Kuenzer, assessora all’Urbanistica e tutela del paesaggio, è delusa: «Sinceramente, non mi aspettavo che la giunta - di fronte ad una serie di pareri tecnici negativi espressi nel corso degli anni - votasse sì al collegamento funiviario diretto Castelrotto-Alpe di Siusi».

Una zona incontaminata

Intendiamoci, la trafila burocratica è ancora lunga: la società funiviaria Marinzen spa dovrà ora presentare il progetto sul quale la giunta si esprimerà. Certo è che quello che si vuole realizzare è un nuovo impianto di risalita per l’Alpe con partenza questa volta da Castelrotto; a pochi chilometri dalla cabinovia che sale dalla frazione Siusi. Portata oraria ipotizzata: 2.800 persone.

«Con la costruzione di quest’impianto - si leggeva già nel lontano 1987 nella relazione dell’Ufficio Piano paesaggistico quando si parlava della Proposta per la ristrutturazione degli impianti di risalita e le piste da sci dell’area - verrebbe collegato un territorio ancora oggi incontaminato (quello della Bullaccia, zona di ritiro invernale per la fauna) e inoltre si determinerebbe inevitabilmente il superamento del tetto di massimo afflusso per l’Alpe prefissato in 15 mila persone al giorno». Vista la delicatezza della materia, la delibera, approvata nell’ultima seduta, ha una duplice valenza: politica e ambientale.

Una donna sola

L’assessora alla fine si è trovata sola: gli assessori Svp (Widmann, Schuler, Alfreider) e Bessone (Lega) hanno votato a favore; astenuto l’assessore all’ambiente leghista Vettorato. Assente per ragioni personali Achammer; assente perché impegnata in un’intervista Deeg; assente per ragioni di opportunità il presidente Arno Kompatscher. «Quando si è trattato la delibera - spiega - ho lasciato la seduta, perché dal 2004 al 2013 sono stato presidente e amministratore delegato della cabinovia Siusi- Alpe di Siusi. Ciò non costituisce un conflitto d’interessi in senso tecnico-giuridico, ma mi sembrava corretto ed opportuno».

Ricordiamo che l’approvazione della delibera di pochi giorni fa arriva dopo che la giunta provinciale aveva respinto lo studio di fattibilità presentato dalla società Marinzen nel 2016; e lo stesso aveva fatto nel 2018, non accogliendo lo studio di fattibilità e le due varianti accessorie.

Alla base di quelle decisioni, vi erano ragioni legate all’ecologia del paesaggio, al traffico e motivazioni di natura socio-economica specificate nel parere negativo del Comitato ambientale.

La società Marinzen si era però rivolta al Tar, ottenendo un nuovo esame dello studio di fattibilità da parte del Comitato ambientale.

Il no dei tecnici

La pratica è stata dunque riesaminata; i tecnici sono tornati ad esprimersi con questo risultato: «Parere negativo del Comitato ambientale - si legge nella delibera di fine marzo con cui si comunicano alla società i motivi che impediscono l’accoglimento dell’intervento integrativo -; parere piuttosto negativo della ripartizione economia; il parere della ripartizione mobilità che mette fortemente in discussione la prospettata riduzione del traffico (tra Castelrotto e Siusi) nonché il parere dell’ufficio funivie per il quale l’impianto di risalita è tecnicamente fattibile, ma la portata prevista di 2.800 persone all’ora appare eccessiva, anche in considerazione del fatto che presso la stazione a valle non ci sono parcheggi. A seguito della valutazione di quanto emerso dai pareri si delinea un quadro in cui gli aspetti negativi superano quelli positivi. Il responsabile del procedimento si trova quindi nella condizione di dover proporre alla giunta provinciale il rigetto dell’intervento integrativo».

Come detto però, la giunta ha deciso diversamente, il perché lo spiega l’assessore Massimo Bessone: «Anche tra i tecnici c’erano pareri discordanti. E comunque è giusto dare una chance pure a Castelrotto. Noi siamo convinti che l’impianto ridurrà il traffico, perché i turisti di Castelrotto non dovranno più andare a Siusi a prendere l’impianto. Inoltre, rispetto al progetto originale, è stata eliminata la pista di discesa».













Altre notizie

Attualità