L’Alpino di Brunico preso ancora di mira con atti vandalici

Il Monumento è stato nuovamente danneggiato nella notte Ignoti hanno rotto e gettato la penna della statua


di Aldo De Pellegrin


BRUNICO. Un certo, pericoloso clima di intolleranza, che da troppo tempo si sta alimentando in Alto Adige, con la recentissima disputa e la nuova imposizione toponomastica che ne sono solo un recentissimo esempio, è tornato a colpire a Brunico, probabilmente l’altra notte. A pagarne le conseguenze, come succede quasi sempre in questi casi, è stato ancora una volta il busto del Monumento all’Alpino di Brunico, al quale dei vandali, tutt’ora ignoti e che con grande probabilità non saranno mai identificati visti quantomeno i precedenti storici degli altri attacchi al Monumento, hanno spezzato ed asportato la penna marmorea del cappello alpino.

Ad accorgersi dell’ennesimo insulto al Monumento all’Alpino è stato, l’altra sera, il vicesindaco di Brunico, Renato Stancher, la cui attenzione è stata attirata appunto dall’assenza della penna, anch’essa naturalmente di marmo, che normalmente, ed evidentemente, adornava il cappello del busto dell’Alpino, a sua volta un residuato dell’attentato dinamitardo del 1979.

Nella circostanza l’amministratore brunicense si è anche issato fino al basamento dell’Alpino, per verificare se si trattasse di un distacco forse dovuto a un cedimento strutturale o all’usura del tempo, ma ha dovuto ben presto ricredersi, non trovando alcuna traccia (ma soltanto alcuni eloquenti cocci di bottiglia), della penna marmorea del cappello alpino che, se fosse caduta di suo, avrebbe almeno dovuto trovarsi nei pressi.

L’altra mattina dell’accaduto è stato informato il locale gruppo Ana (Associazione Nazionale Alpini), di cui il capogruppo Domenico Senese ha provveduto a sua volta a informare la stazione carabinieri del capoluogo pusterese.

Per il resto, l’ennesimo atto oltraggioso nei confronti del Monumento all’Alpino di Brunico è passato sotto il silenzio di tutti fino a quando, nel pomeriggio di ieri la notizia del danno procurato, che peraltro era sotto gli occhi di tutti coloro che transitavano in piazza Cappuccini, non si è diffusa in città. Si è diffusa sollevando naturalmente la forte disapprovazione di quella parte della comunità brunicense che, al di là degli slogan politici e delle prese di posizione ideologiche, vede comunque il Monumento all’Alpino come un tratto, una parte della storia di Brunico e di uno dei gruppi linguistici che tuttora arricchiscono il capoluogo pusterese. Oltre che il simbolo di un gruppo militare che in realtà è noto soprattutto per le azioni di pace e per il sostegno ai popoli. Tacere o comunque sorvolare su simili vandalismi, alimentati senza dubbio dagli estremismi politico nazionalisti, non contribuisce a crescere nella convinzione comune che ogni componente della società porta il suo contributo alla crescita della comunità e della sue componenti che la Storia di questa terra ha messo da anni le une accanto alle altre.

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