L’omaggio alla Guella, ospitò i profughi 

A Laives, Bianchi «è opportuno richiamare alla mente la tragedia come monito per noi tutti»



LAIVES. Anche a Laives, ieri mattina, ha avuto luogo una breve cerimonia per il Giorno del ricordo delle migliaia di vittime delle foibe e dell’esodo degli italiani. Simbolico anche il luogo scelto – la caserma dei carabinieri Guella, dove c’è un cippo in onore dei caduti –, perché, come ha ricordato il sindaco Christian Bianchi, proprio nella caserma Guella vennero ospitati diversi profughi istriano-dalmati in fuga dalle persecuzioni.

«È opportuno, quindi, ripescare questa tragedia dall’oblio nel quale era scivolata, per ricordare prima di tutto coloro che ne furono vittime e per tenerla presente come monito per le generazioni future e contemporanee», così il sindaco di fronte alle autorità convenute alla caserma Guella.

Significativa la presenza del commissario del Governo, Vito Cusumano, che nel corso del proprio intervento ha sottolineato come le divisioni, in particolare quelle etniche, possano portare a drammi di questo genere. Toccante poi la lettura, fatta dal consigliere Bruno Borin, di alcune testimonianze di persone che furono vittime di quelle persecuzioni, che causarono più di 15 mila vittime. La cerimonia, alla quale erano presenti anche il vicepresidente della giunta provinciale, Giuliano Vettorato e rappresentative di carabinieri, alpini e Croce Rossa, si è conclusa con un brano musicale suonato da un gruppo di studenti della scuola media Fabio Filzi di Laives. (b.c.)













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Valeria Frangipane

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