L’opera d’arte assediata dai chioschi del kebab 

La Cassa Centrale Raiffeisen riqualifica con una scultura di Manfred Eccli la piazzetta tra via Laurin e via Grappoli. «Ma gli Imbiss vanno spostati da qui» 



BOLZANO. Quasi quattro metri di specchi che si muovono ad ogni alito di vento. E poi luce in movimento alle porte della città vecchia: ecco cos'è «Blue Sky». Oltre che un'opera d'arte. È davanti ad una banca e non a caso: «Ogni anno - dice Michael Grüner - assegniamo ad un giovane artista un premio di incoraggiamento e con questo, gli commissioniamo una sua opera. Questa volta qui, davanti alla nostra Raiffeisen di via Laurin...».

Poi il presidente della Cassa centrale stringe la mano a Manfred Eccli, giovane talento nato a Bolzano e poi a fare esperienze a Berlino e in Portogallo prima di aprire un suo laboratorio a Caldaro. Insistono, sia Grüner che Zeno Giacomuzzi, il direttore centrale, sulla idea urbana e urbanistica di “porta del borgo antico”. Perché quello slargo posto all'incrocio tra le direttrici di penetrazione storiche, poco dopo il Laurin, è a tutti gli effetti il biglietto da visita della città per chi entra dalla stazione. E la sua riqualificazione è stata attenta, davanti all'istituto di credito ma drammaticamente carente sui suoi confini esterni. «Sono anni che chiediamo, anzi imploriamo il Comune perché faccia la sua parte - dicono i due dirigenti - e invece niente, nulla si muove...».

La "sua parte" risulta evidente nei possibili contenuti se solo si alza lo sguardo poco oltre l'opera di Eccli appena installata: due pesanti cubi verde scuro, ricoperti sul loro ben visibile retro di scritte confuse, circondato da muretti improbabili su cui gli avventori dell'"imbiss", tra panini e altri generi alimentari consumano il loro pasto veloce forniti di tovaglioli e bicchieri di carta. E il Comune? «Beh, tace- dice Giacomuzzi - nonostante le nostre richieste di maggior decoro urbano. Anzi, pare che a questi due chioschi sia stata rinnovata la concessione. Questo significa che non c'è speranza: con tutta evidenza il municipio considera questa piccola piazza non la porta dignitosa della città ma quasi un retrobottega...».

E l'effetto retro-stazione è accentuato anche da quello che Grüner definisce “il nostro cimitero delle biciclette”: un confuso parcheggio di due ruote accatastate a pochi metri da un altro elemento di disagio, i jersey posti all'imbocco dello slargo poco dopo l'hotel Laurin. Insomma un'opera d'arte in mezzo alla confusione urbana.

Ma Manfred Eccli guarda i suoi specchi mobili e riceve i complimenti della commissione giudicatrice, fatta da esperti da Bolzano (la responsabile del Künstlerbund) e dall'estero. «Il nostro obiettivo - dicono i dirigenti Raiffeisen- è quello di promuovere l'arte contemporanea e di fornire ai giovani artisti pieni di talento una piattaforma per esporre le loro opere d'arte».

Visto che l'accesso alle gallerie e alle grandi mostre è loro spesso precluso. Quest'ultima opera di Eccli, specchi argento e oro ad imbuto sorretti da una struttura di metallo grigio, si colloca all'interno di una serie di oggetti interattivi di "Moradavaga", un collettivo con cui l'artista altoatesino collabora assieme all'architetto portoghese Pedro Cavaco Leitao. L'opera è stata conclusa e sistemata da pochi giorni. (p.ca.)















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