«La Bancarotta» si fa frizzante con il duo Balasso-Sinigaglia 

Lo spettacolo. Lo Stabile chiude la stagione con la commedia di Goldoni riscritta da Trevisan L’attore veneto e la regista milanese ospiti in redazione: «Lacrime e risate negli anni della crisi»


Paolo Gaiardelli


Bolzano. Metti assieme un attore comico di successo, Natalino balasso, recente vincitore del «premio arlecchino d’oro» per la sua interpretazione dell’«arlecchino servitore di due padroni», ed una delle principali registe del panorama italiano, Serena sinigaglia, che ha già firmato un acclamatissimo «macbeth» di shakespeare, ed il risultato non può che essere esplosivo.

Ce ne siamo accorti in prima persona ieri, nella nostra redazione, quando i due protagonisti - sulla scena uno e dietro le quinte l’altra - de «la bancarotta», commedia di carlo goldoni, riscritta da vitalino trevisan, hanno parlato dell’opera che andrà in scena dal prossimo 9 maggio fino al 26 maggio a bolzano, come chiusura della stagione dello stabile, per essere successivamente proposta, nelle giornate del 28, 29, 30 e 31, rispettivamente a bressanone, merano, vipiteno e brunico.

«in un momento in cui si chiede di produrre sempre di più e a costi sempre più bassi, visto che la gente ha scarse possibilità di acquisto, la bancarotta diventa la quotidianità - racconta l’attore veneto, sul palco il mercante pantalone de’ bisognosi -. ed ecco che trevisan ha riscritto goldoni rendendolo ancora più attuale, all’apice della crisi del lavoro e dell’imprenditoria del nordest, per una commedia ruvida. si ride sì, ma si piange anche, si soffre».

D’altra parte, come sottolinea la regista, il teatro ha il compito di aiutarci a capire, fornendoci uno specchio di quello che è la realtà. «e la cosa migliore è farlo con attori come natalino - spiega sinigaglia -. perché i grandi comici hanno qualcosa di simile ai poeti, essendo in grado di regalare un ampio spettro di emozioni. spesso la commedia viene percepita in tono minore, ma ha una profondità ed una tragicità uniche, proprio grazie ai suoi interpreti».

Una carezza alla quale balasso risponde a tono. «è interessante - spiega - lavorare con registi di alto livello come serena. è molto meticolosa, crea una griglia entro la quale l’attore si sente sicuro e poi va sulle sfumature. è una metodologia alla quale non ero abituato, ma il risultato è ottimo. i registi migliori sono quelli che sanno farti esprimere e lei ci riesce. il teatro, in fondo, è un binomio tra attori e spettatori, nient’altro».













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