La Consulta: niente limiti alle aperture nei festivi

La Corte nega la possibilità alle regioni autonome di legiferare in materia Prevalgono l’interesse dei consumatori e quello della libera concorrenza


di Massimiliano Bona


BOLZANO. Doccia fredda per i sindacati, le commesse ma anche la Provincia di Bolzano, che speravano di riuscire a regolamentare a breve le chiusure dei negozi nei giorni festivi. Sono stati dichiarati, infatti, incostituzionali dalla Consulta gli articoli di legge che obbligavano alla chiusura gli esercizi commerciali in alcune festività (dieci in totale) in Friuli Venezia Giulia, secondo quanto stabilito da una legge regionale in materia. La legge 4/2016 - che modificava una norma regionale del 2005 - stabiliva in particolare l'obbligo di chiusura di esercizi e negozi al minuto il primo gennaio, a Pasqua, il lunedì dell'Angelo, il 25 aprile, il primo maggio, il 2 giugno, il 15 agosto, il primo novembre, il 25 e 26 dicembre.

Secondo la Corte Costituzionale prevalgono, invece, l’interesse dei consumatori e quello della libera concorrenza. La normativa statale «volta all’eliminazione dei limiti agli orari e ai giorni di apertura al pubblico degli esercizi commerciali, oltre ad attuare un principio di liberalizzazione, rimuovendo vincoli e limiti alle modalità di esercizio delle attività economiche a beneficio dei consumatori, favorisce la creazione di un mercato più dinamico e più aperto all’ingresso di nuovi operatori e amplia la possibilità di scelta del consumatore». Si tratta, dunque, di misure coerenti con l’obiettivo di promuovere la concorrenza, «risultando proporzionate allo scopo di garantire l’assetto concorrenziale del mercato di riferimento relativo alla distribuzione commerciale». La tutela della concorrenza - precisa la Consulta - è di competenza esclusiva dello Stato. Di qui la decisione di dichiarare l’illegittimità costituzionale. Fra coloro che brindano, per la sentenza, c’è Diego Andolfato, referente regionale di Federdistribuzione ma anche direttore sviluppo di Aspiag. «Una pronuncia chiara e netta, quella della Consulta, anche in chiave altoatesina».

Il governatore Arno Kompatscher non ammaina peraltro bandiera bianca: «Non ritengo questa sentenza una sorpresa, visti i precedenti e il quadro giuridico che non è cambiato, almeno per quanto attiene il Friuli. Il nostro, con la norma di attuazione, è un po’ diverso. I margini di manovra sono sempre molto ridotti e pertanto bisogna cercare di trovare delle soluzioni con strategie dirette e indirette. Per ora posso solamente aggiungere che stiamo studiando a fondo la questione».

Maurizio Surian (Cgil), da anni in campo per la tutela dei diritti delle commesse e dei lavoratori del commercio, ritiene che la partita non debba comunque considerarsi conclusa. «Da una Provincia come la nostra mi aspetto che vengano fatte cose innovative e pertanto sono in attesa di conoscere gli strumenti a cui allude il governatore Kompatscher. Se poi vorrà parlarcene direttamente saremo ancora più contenti». Surian sottolinea come «gli interessi della grande distribuzione siano talmente elevati da non doversi stupire per la pronuncia della Consulta. Io spero che l’Alto Adige riesca a trovare la sua strada e che i lavoratori, anche se magari non subito, riescano ad essere tutelati tanto per i festivi quanto per le domeniche».

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