La Lega: non ci svendiamo  per un posto in giunta 

Il capolista Bessone: «Sul doppio passaporto abbiamo detto “no”» Le tensioni sulle candidature: «È entrato chi voleva. Fuori solo Pancheri»


di Francesca Gonzato


BOLZANO. Non sono più i tempi dell’opposizione. La Lega potrebbe entrare nella maggioranza provinciale. Naturale che venga incalzata. «Cosa pensano sui temi sensibili?». Gli avversari di centrodestra hanno emanato la sentenza: «Per un posto in giunta diranno sì a tutto». Ne abbiamo parlato con Massimo Bessone, commissario provinciale e capolista.

Sul doppio passaporto lei dichiara di essere contrario, mentre da Matteo Salvini non è arrivato ancora un «no» esplicito. Vi si chiede di mostrare le carte prima del voto.

«Come partito territoriale non ci presenteremo mai coma paladini di un solo gruppo linguistico: lavoriamo per tutti, perché sia possibile la convivenza. Questo significa però che non condividiamo i progetti che potrebbero creare tensioni, distinzioni tra cittadini di serie A e serie B. La Lega altoatesina è contraria al doppio passaporto. Matteo Salvini si trova un po’ in difficoltà, essendo alleato a livello europeo con la Fpö, il partito che sostiene la legge sul doppio passaporto. Ma ho parlato con Matteo e non considera questo tema una priorità: lo ha dichiarato più volte».

Cosa pensa delle scuole e del plurilinguismo?

«I ragazzi devono potersi incontrare e imparare la seconda lingua. Trovo assurdo che in certe scuole si faccia ancora la pausa sfalsata per evitare i contatti. Italiani e tedeschi non sono nemici. Basta con questa mentalità, viva la scuola ladina, modello di successo».

Per un posto in giunta potreste ammorbidirvi?

«Ai paladini del gruppo italiano dico: in consiglio provinciale in questi anni c’eravate voi, non io e nemmeno la Lega. Quanto alla giunta, corrono tutti: prima vediamo quanti consiglieri avremo. Con tre o quattro eletti potremmo avere un potere di influenza ben diverso che se ne eleggeremo solo uno o due. In ogni caso, non ci svenderemo, non scenderemo a compromessi».

La composizione della vostra lista è stato uno psicodramma. Lei è stato accusato di avere come obiettivo una lista debole, per non subire ostacoli alla sua elezione.

«Un mese prima avevo chiesto chi volesse essere candidato. Di chi si è fatto avanti, è rimasto fuori solo Kurt Pancheri».

È entrato all’ultimo momento l’assessore Giuliano Vettorato. Le è stato imposto da Milano?

«Non è stato imposto. Vettorato si era dichiarato intenzionato a proseguire il lavoro come assessore di Laives. I nostri vertici federali ci hanno detto che per raccogliere più voti possibile avremmo dovuto schierare tutti gli eletti. Così nella lista due giorni prima della consegna è entrato anche Vettorato».

Si dice che gruppi di interesse stiano finanziando la vostra campagna elettorale.

«No. Sarà tutto documentato».

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