passo gardena

La natura nelle opere di Senoner

Oggi la vernice della mostra all’aperto con l’intervento di Daverio



PASSO GARDENA. Wilhelm Senoner compie 70 anni e ha deciso di farsi (e farci) un regalo di compleanno: una mostra al Passo Gardena. È visitabile dal 2 settembre, ma sarà inaugurata ufficialmente oggi alle 15.30, quando Philippe Daverio regalerà un commento sull’opera di Senoner.

Nella mostra a cielo aperto intitolata "Murfrëit", sono esposte cinque sculture in bronzo e alcune immagini tridimensionali in legno concepite e realizzate per l'occasione. Senoner, nativo di Ortisei, classe 1946, ha esposto le sue opere in Finlandia, in Germania, in Olanda, in Austria e spesso in Italia.

Questa si è spinto fin sotto il Murfrëit, uno dei posti più significativi della sua vita. Le pareti ripide e fredde diventano scenario e stimolo per la sua creazione artistica, quindi modello. L'imponenza delle rocce si riflette negli sfondi lignei, nei quali l'artista rimodella la natura, imprimendole il segno dell'uomo. Murfrëit diviene sinonimo di un paesaggio artistico esistente fin dai primordi, dove solo l'arte riesce a coglierne i tratti. Questo luogo di grande energia sotto il Passo Gardena, diventa teatro d'incontro con le opere tridimensionali di Senoner, simboli del suo concetto di uomo. Anche se l'uomo con tutte le sue energie sembra resistere a ogni sorta di avversità, davanti alla forza primordiale del Murfrëit si tramuta in marionetta, che recita una parte sull'immenso palcoscenico del mondo, per poi scomparire. Come dice Senoner: "Tutte le capacità passano, l'arte resta".

"Non devo distinguere il bello dal brutto, come credono di fare i critici d'arte - dice Daverio - Non sono interessato a quelle categorie, ma piuttosto a quelle dell'autentico e del falso. Vado a scoprire cosa hanno in comune popoli e territori, analizzando attentamente i segni che lasciano le popolazioni, segni spesso davvero bizzarri". Con questo spirito si è avvicinato a Senoner. "In lui - continua Daverio - trovo un espressionismo profondo, una espressività radicante che è propria della montagna. Le sue sculture sono "autentiche" - come i feticci africani quando sono autentici - sono i feticci degli "alpini": degli uomini delle Alpi. È questo che le rende importanti. Noi le guardiamo con una curiosa sensazione di trasporto, senza capire immediatamente di cosa si tratta e quindi senza trovarci dentro la banalità di una narrazione già pronta. Sono le divinità arcane del mondo delle Alpi di oggi". E ancora: "Sapete chi è Wilhelm Senoner? Lui forse è uno "sciamano", uno di quelli che lavorano per andare a scoprire i misteri arcani. Il loro mestiere è stare chiusi in fondo al bosco, perpetuare e ricercare la memoria, come facevano i monaci durante le invasioni barbariche per trascrivere e trasmettere il sapere. Agli sciamani dobbiamo la continuità della coscienza, la continuità della memoria, la continuità della sensibilità”. (d.m.)













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