La picchiatrice sospesa per due mesi 

Il padre della quindicenne ferita: «Quella ragazza aveva precedenti, ma era senza sorveglianza. Andrò fino in fondo» 


di Paolo Tagliente


BOLZANO. Un atto di bullismo vero e proprio. Nessuna lite, nessun battibecco tra adolescenti, ma un pestaggio improvviso e brutale. Si fanno più chiari i contorni del brutto episodio accaduto il primo febbraio in una scuola di lingua italiana del capoluogo. A fornire nuovi elementi è stato lo stesso papà della quindicenne picchiata da una compagna di scuola e lo ha fatto attraverso Facebook, rendendo noto così il cognome della ragazza e fornendo anche il nome dell’istituto teatro dell’episodio. Dati che l’Alto Adige ha deciso di continuare a non rendere noti, soprattutto per rispetto della vittima minorenne, la cui identità va tutelata, e non certo per sminuire la gravità dell’episodio. Tutto avrebbe avuto inizio davanti al distributore automatico di snack dove la quindicenne si sarebbe trovata faccia a faccia con l’altra ragazza, di un anno più giovane e di origine straniera, che poi l’avrebbe picchiata. E sarebbe stata proprio quest’ultima, forte della compagnia di altre giovani sue connazionali, a dare il fuoco alle polveri con un atteggiamento di sfida. «Cos’hai da continuare a guardarmi ogni giorno in autobus?» avrebbe ringhiato la giovanissima all’altra ragazza, ormai finita nel suo mirino. «Io? Ma se non ti conosco nemmeno!» avrebbe risposto, incredula, la quindicenne, nel tentativo di chiudere sul nascere la discussione. Tentativo vano perché, da lì a qualche istante, la ragazza sarebbe stata raggiunta in classe, aggredita, presa per i capelli, picchiata e, una volta a terra, presa a calci sul viso. La ferita all’occhio, non sarebbe stata provocata da un oggetto contundente, ma da una ginocchiata sferrata prima che finisse a terra. Una scena di violenza inaudita che, sempre secondo il padre, nessuno avrebbe tentato di impedire o fermare. Anzi. Le amiche della picchiatrice si sarebbero preoccupate di filmare la scena con lo smartphone. «Tutto gratis e senza apparenti motivi – scrive il papà, sul suo profilo Facebook – . L'aggressore? Un soggetto risultato molto conosciuto sia alle precedenti scuole sia alle forze dell'ordine, con storie di aggressioni fin dall'epoca delle elementari. La domanda sorge spontanea: l'attuale scuola perché non sapeva? Perché un soggetto del genere girava liberamente senza essere sorvegliato? Nessuna polemica, ma prometto grande battaglia, per mia figlia, ma anche per Voi ragazzi e genitori che purtroppo non potete ritenervi indenni da quello che domani potrebbe succedere perché qualcuno ai quali siete affidati o vi siete affidati non ha guardato oltre».

Un episodio gravissimo. Come conferma anche Vincenzo Gullotta, nuovo sovrintendente alla scuola in lingua italiana per la Provincia di Bolzano. «Si tratta di un fatto che non ha precedenti in quell’istituto – rivela e la scuola ha provveduto immediatamente, con una delibera di consiglio d’istituto, a sospendere la ragazza fino al 17 di aprile. Nei confronti della ragazza protagonista del pestaggio sono stati attivati i servizi sociali e una segnalazione è stata inoltrata alla Procura dei minori, che ha subito avviato un’indagine». A suo carico, almeno ufficialmente, come spiega lo stesso sovrintendente, non risultano né espulsioni da altre scuole né segnalazioni all’autorità giudiziaria. «Allo stesso tempo – continua Gullotta – abbiamo offerto un accompagnamento psicologico alla studentessa vittima del pestaggio per permetterle un rientro in classe e io, a breve, incontrerò il papà». Il trauma psicologico, per lei, sarà senza dubbio profondo, ancora più della ferita all’arcata sopraccigliare, per la quale i medici hanno formulato una prognosi di guarigione di dieci giorni.

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