La Provincia in pressing su Condotte 

Prestiti negati, conseguenze pesanti sulla realizzazione del nuovo carcere. Magnago: «Dovevano gestirlo per 20 anni»


di Paolo Campostrini


BOLZANO. Sull'agenda della Provincia c'è un incontro urgente con i commissari straordinari di Condotte. Gli stessi che, tempo due mesi fa, avevano annunciato a Palazzo Widmann: «Tranquilli, lo Stato garantirà per noi e è in arrivo il prestito delle banche. Siamo pronti a far partire i cantieri dei vostri Poli...».

E invece no, gli istituti di credito hanno negato il prestito-ponte e ora il gruppo è sull'orlo del definitivo fallimento. «Dobbiamo assolutamente vederli - conferma Eros Magnago a capo della segreteria provinciale - anche perché ce lo avevano chiesto loro e mi sembra che anche per noi sia arrivato il tempo di fare definitivamente chiarezza».

La ragione? «Senza prestito e dunque liquidità mi pare evidente che la garanzia dello Stato a questo punto non esista più...». Restano nelle secche, dunque, sia il Polo bibliotecario alle ex Pascoli, che quello carcerario all'Agruzzo, nei pressi dell'aeroporto.

Il primo resta un manifesto politico irrinunciabile (le tre biblioteche italiane e tedesche unite) ed è pure stato citato all'interno del testo del patto di giunta appena sottoscritto da Svp e Lega.

Il secondo è tuttavia quello più urgente. Il carcere di via Dante scoppia e la Provincia ha già programmato l'arrivo al suo posto di strutture universitarie. Ma al di là delle necessità di calendarizzione amministrativa è il tipo di contratto, un ppp (partenariato pubblico privato) che lega Provincia e Condotte a questo progetto , a creare profonda preoccupazione in giunta.

Il bando di assegnazione dei lavori prevede infatti che il privato vincitore (appunto Condotte spa) sia chiamato a costruire il nuovo carcere ma anche a gestirlo per almeno vent'anni. Quest'ultimo aspetto, si ritiene in Provincia, è palesemente incompatibile a fronte di una situazione di Condotte in stato di gestione commissariale. Perché se le ex Pascoli potevano almeno essere inserite da parte dei tre commissari straordinari tra i cantieri da salvare per consentire a Condotte di incassare liquidità, una volta terminati, e così far fronte subito alla situazione debitoria, una gestione ventennale di una struttura complessa come un carcere necessita invece di una presenza aziendale piena e consapevole e non di una consegna mordi e fuggi dell'opera in qualche modo terminata.

Per questo palazzo Widmann intende finalmente dare un aut aut ai commissari. Un redde rationem a lungo rinviato in attesa di una soluzione sempre promessa e mai attuata. Ma mentre per quanto riguarda il cantiere delle biblioteche si è già fatta avanti la cordata giunta seconda nell'asta per l'assegnazione del progetto integrato, per il carcere la situazione è complessa. E una gestione ventennale spaventa. Ecco la ragione per cui al prossimo, urgente, incontro la Provincia andrà con la penna in mano: o sì o no. Senza più rinvii.

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