Legionella in via Bari Il batterio era in casa

Disinfezione totale a Don Bosco per i 50 alloggi compresi tra i civici 2 e 16 Il direttore tecnico Minotti: «Proliferazione nei tubi che portano all’alloggio»


di Alan Conti


BOLZANO. Un fiume di acqua calda, oltre i 70 gradi, per sterminare i batteri della legionella che hanno colpito gli edifici Ipes di via Bari. Nei giorni scorsi una signora anziana si è sentita male e la diagnosi è stata chiara: infezione di legionellosi. Il distretto sanitario di Don Bosco, a quel punto, ha lanciato l'allarme all'Ipes, proprietaria dei condomini a rischio, consigliando una disinfezione totale. Sui tempi, però, molti inquilini dei 50 alloggi compresi dal civico 2 al civico 26 della strada si sono lamentati. «Sono passati troppi giorni da quando la signora si è ammalata all'avvertimento dell'Istituto. Siamo preoccupati». «Per la verità – replica il direttore dell'ufficio tecnico dell'Ipes Gianfranco Minotti presente ieri di buon mattino in via Bari – la nota dell'Azienda Sanitaria a noi è arrivata venerdì mattina. Fino a quel momento era praticamente impossibile immaginare un rischio simile e l'esistenza di un caso clinico. In meno di 24 ore abbiamo avvertito di non fare la doccia e predisposto la disinfezione. Tutti gli inquilini sono stati avvisati famiglia per famiglia».

La ricostruzione tecnica di quello che è accaduto, comunque, parrebbe rassicurante. «Il rischio diffusione è molto basso. La legionella si trova in tratti di tubazioni che hanno un ristagno di acqua tiepida e calda tra i 20 e i 40 gradi. In questi fabbricati, infatti, non c'è un accumulo di acqua calda sanitaria come possono essere i grossi boiler centralizzati. Gli edifici sono serviti dal teleriscaldamento per cui c'è un continuo ricircolo dell'acqua già a 55 gradi. Il vero problema, dunque, si può annidare solo all'ingresso di ogni singolo appartamento fino ai servizi dove, se non c'è un utilizzo frequente, si possono fermare consistenti quantità d'acqua tiepida. È questa la situazione ideale per il formarsi di questo genere di batteri».

Il caso, dunque, potrebbe essere isolato alla singola unità abitativa della signora colpita? «È molto probabile. D'altronde noi raccomandiamo sempre di non mettersi mai sotto la doccia subito dopo essere stati assenti alcuni giorni da casa. È sempre bene lasciare scorrere il flusso dell'acqua che può essere rimasta ferma all'interno. La legionella, infatti, si contrae con la respirazione via aerosol di piccole goccioline nebulizzate come, tipicamente, quelle della doccia».

Ieri, in ogni caso, i tecnici della ditta Dall'Osto Servizi Termici di San Giacomo incaricati dall'Ipes hanno messo in sicurezza tutti gli alloggi. «Abbiamo portato la temperatura dell'acqua a 70 gradi per sterminare tutti i possibili batteri e per ogni singolo appartamento abbiamo aperto tutte le uscite di acqua dei rubinetti e delle docce per almeno tre minuti. Ovviamente è stato necessario avvertire tutti gli inquilini di non utilizzare l'acqua calda in queste ore per non rischiare ustioni».

Assoluto riserbo sulle condizioni della donna colpita dai batteri.

Nessuno, dal servizio igiene al distretto sanitario di Don Bosco che ha inoltrato la segnalazione, ha voluto fornire aggiornamenti sul suo stato di salute.

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DELLA DISINFEZIONE

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