Lettera da un palazzo “assediato” 

Via Garibaldi, la richiesta di aiuto dell’amministratore e di 42 inquilini del civico 6



BOLZANO. Quarantadue firme. Quarantadue persone impaurite, stanche, esasperate. Sono quelle che vivono nella palazzina al civico 6 di via Garibaldi, che vivono ormai da anni sotto assedio e che hanno sottoscritto la lettera scritta dall’amministratore condominiale Gianantonio Zanirato ha scritto al sindaco Renzo Caramaschi, al comandante della polizia municipale Sergio Ronchetti, al comandante dei carabinieri Stefano Paolucci, al questore Giuseppe Racca e agli organi d’informazione per chiedere aiuto. Aiuto per risolvere una situazione che, purtroppo, somiglia moltissimo a quella della vicina via Perathoner, ormai “occupata” da decine di giovani extracomunitari che spacciano, compiono vandalismi di ogni genere, minacciano, derubano insultano e intimidiscono sia i dipendenti e i titolari delle attività commerciali, sia i clienti e i passanti. Una situazione che è diventata pesantissima e di cui si è parlato anche nel corso della recente riunione del Comitato provinciale per l'Ordine e la Sicurezza Pubblica per cercare delle soluzioni. Zanirato e i 42 firmatari chiedono che via Garibaldi non venga dimenticata e che le autorità prendano in considerazione interventi.

«Scrivo la presente lettera – scrive l’amministratore condominiale – con le 42 firme allegate delle persone che abitano in questo condominio, in qualità di amministratore oltre che di condomino dello stabile, perché la situazione di disagio che si sta vivendo da tempo in via Garibaldi al numero 6 è in continuo peggioramento. Purtroppo il Punto Snai sta diventando, ogni giorno di più, un catalizzatore di extracomunitari i quali, con il motivo che effettuano giocate ed attendono i risultati, stazionano numerosi sul terrazzino prospiciente l’ingresso e diventano polo di attrazione per amici e conoscenti causando, per diverse volte al giorno, affollati assembramenti che rendono difficoltoso il transito sulla pubblica via. Considerando poi che le persone di cui sopra si comportano in modo maleducato è facile capire l’atmosfera che si vive uscendo di casa: rumori, urla, sporcizia, vetri rotti, persone ubriache, passaggi di mano di strani pacchettini di dubbio contenuto, eccetera.

Nei mesi scorsi ho chiesto numerose volte l’intervento delle Forze dell’Ordine per cercare di scoraggiare, far allontanare questa folla di individui molesti dall’entrata di casa e limitarne lo stazionamento indecente lungo tutto il fronte del condominio. La Polizia o Carabinieri sono intervenuti sempre, ma senza alcun risultato per le note ragioni di natura burocratica e legale: non essendovi reati gravi in corso, dopo aver proceduto all’identificazione di alcune persone, null’altro possono fare. Io personalmente sono stato più volte minacciato di morte e di percosse, mi hanno mostrato il coltello sguainato a scopo intimidatorio, insultato e deriso.

Nei giorni scorsi una signora che abita nel condominio e si muove con l’ausilio delle stampelle, che protestava per la situazione di degrado, è stata pesantemente insultata e minacciata di spaccarle le stampelle.

La pressione psicologica che viene esercitata da questo consistente gruppo di ragazzi maleducati (ora vanno aggiungendosi anche delle ragazze) sui passanti, specie sulle donne, è sfacciata e sempre più prepotente.

Non si può continuare ancora a lungo a non fare qualcosa di efficace da parte delle autorità in indirizzo, che hanno il compito istituzionale di impedire il formarsi di queste situazioni di pericolo sociale, che se abbandonate a sé stesse, diventano foriere di crimini anche gravi. Con la presente chiediamo a tutte le persone in indirizzo, per le responsabilità che loro competono, prima che sia troppo tardi, di fare qualcosa con l’intelligenza ed i mezzi di cui dispongono, senza perdere altro tempo. Noi – conclude – non vogliamo rassegnarci a vivere ancora questo spettacolo indecoroso per la nostra dignità, per la difesa del valore della nostra proprietà immobiliare e per l’immagine della nostra città».















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