Lido: «Ponti arrugginiti ma anche ad alto rischio»

Le proteste dei residenti: «Sono un invito ai giovani a salirci e camminarci» Il sindaco: «Tutto è a norma. Il resto lo fanno il buon senso e l’educazione»


di Umberto Principe


BRESSANONE. Zona Jugendhort, Lido. I due ponti recentemente completati che scavalcano il fiume Isarco e la passeggiata da nord verso la zona industriale hanno da subito ispirato commenti e sollevato qualche perplessità. Ad esser messi in discussione sono da un lato la scelta architettonica e gli aspetti estetici che li hanno modellati, dall’altro un rilievo legato alla sicurezza. Tanto che, per restare a questo secondo argomento, c’è chi parla esplicitamente di pericolosità.

Il fatto è che i parapetti dei ponti presentano in alto una superficie abbastanza ampia e completamente "piatta" e quindi percorribile a piedi da chi vuole “dimostrare" che, oltre alla carreggiata del ponte, c’è un altro percorso per andare da una sponda all’altra dell’Isarco, un percorso, per così dire, “più emozionante”. Si tratterebbe, insomma, della classica situazione che potrebbe “invitare” i più spavaldi e anche chi si vuol mettere in mostra a “strafare”, con il rischio peraltro di cadere di sotto.

Ma i critici dei nuovi ponti si sono spinti anche oltre, pensando ai vicini locali per il divertimento dei giovani e alle serate che si chiudono con “sballi” più o meno di gruppo. A questo punto, l’”animazione” del sabato sera avrebbe un’ulteriore variante, la “camminata” sul parapetto del ponte.

Ecco, allora, che alle preoccupazioni sono seguite le richieste di intervento, anche perché, si è sottolineato, il fiume non è appena un paio di metri sotto e il volo si potrebbe trasformare in tragedia.

Il sindaco Peter Brunner ha già preso nota di allarmi e sollecitazioni e prova a rassicurare: “Ci sono arrivate segnalazioni e abbiamo fatto delle verifiche con i tecnici comunali. L’altezza dei parapetti è a norma, il collaudo ha promosso le strutture. Qualcuno può pensare di salire sulle fiancate dei ponti e camminarci e rischiare di cadere? Ok, ma la possibilità esiste per ogni muretto in città, per gli argini lungo il fiume... Il punto è che il buon senso, prima ancora delle regole scritte, dovrebbe suggerire di non fare gli equilibristi dove non è previsto che si passeggi”. Insomma, ripete Brunner, “c’è la sicurezza e c’è anche il senso di responsabilità. Quando come amministrazione comunale siamo andati in Svizzera nell’ambito del progetto Città fiume, abbiamo visto pochi muri e parapetti e un’efficace gestione della responsabilità, dell’uso responsabile di luoghi e strutture pubbliche. Sarebbe il caso di pensarci, altrimenti, ad esempio, dovremmo costruire argini alti metri, sicuri tanto da togliere ai passanti anche la vista del paesaggio. O dovremmo ricorrere a un’ossessiva regolamentazione degli spazi pubblici, con avvertimenti e norme che cercano di regolamentare tutte le situazioni, prevenire tutti i pericoli. Anche questa non mi sembra una buona idea e, nel caso, già immagino altre critiche”.

Altre critiche puntano intanto il dito contro l’aspetto dei ponti, con lamiere di ferro e un “effetto ruggine” che allontana i riferimenti della tradizione. “A me i ponti così piacciono - interviene Brunner - e mi sembra che piacciano a gran parte delle persone di passaggio. L’effetto ruggine richiama lo stile del vicino, nuovo ristorante, il ferro è una scelta fatta per puntare sulla tenuta della struttura (che deve sostenere anche le reti di servizio Asm) e sulla sua durata, riducendo interventi di rifacimento e di manutenzione”.

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