GRANDI PREDATORI

Lupo, primo radiocollare per tenerlo sotto controllo 

L’Ufficio Caccia e pesca monitora una femmina del branco della val d’Ultimo Ieri affollato convegno sui grandi predatori. Partita la prevenzione «attiva»


di Davide Pasquali


BOLZANO. Per la prima volta in regione, i tecnici provinciali sono riusciti nell’impresa di radiocollarare una lupa e la stanno monitorando da un mese, con risultati interessantissimi: preda esclusivamente fauna selvatica. Quest’anno inoltre, per la prima volta, la Provincia ha avviato una seria attività di prevenzione, su numeri piccoli ma i risultati sono ottimi: 14 masi protetti usando adeguatamente le sovvenzioni pubbliche, nemmeno un capo predato. Sono i due dati più eclatanti emersi ieri in quello che si potrebbe a tutti gli effetti definire come il primo convegno serio, scientifico e soprattutto laico tenutosi in Alto Adige sui grandi predatori. Organizzato da Cai, Sat e Avs, ha visto la partecipazione di ben 180 persone. Tecnici, esperti locali e (inter)nazionali. E un’umanità molto varia, fra cui una nutrita rappresentanza dei contadini sudtirolesi, capeggiati dal presidente del Bauernbund Leo Tiefenthaler. Niente tifoserie da periodo preelettorale, solo dati, rilievi di tecnici, esperienze di chi è a favore e chi è contro, ma ascoltandosi gli uni gli altri. Sembra poco, ma non era mai accaduto. E tutti pare abbiano capito una cosa: anche il più entusiasta pro lupo riconosce che ci sono danni e casi problematici, anche il più incallito oppositore si rende conto che prevenire in modo adeguato può funzionare e soprattutto che non fare niente, non prevenire, non informare, sperando che il lupo non arrivi è un strategia scorretta, per il semplice motivo che non ha funzionato. E che anche il prelievo, per risolvere, non basta. Si è traguardato l’unico possibile futuro: strategie condivise. Che coinvolgano in primis gli attori della zootecnia. Pochi però i politici al convegno (il neoconsigliere dei Verdi Hans Peter Staffler, l’assessore comunale Marialaura Lorenzini).

Ma veniamo alle notizie. Ecco la prima. Numerose le relazioni, ieri alla Fiera. Nella sua il direttore dell’ufficio caccia e pesca della Provincia, Luigi Spagnolli, ha spiegato come un mese fa sia riuscito il colpaccio: si è messo un radiocollare a una femmina del branco di lupi che gravita fra val di Non e val d’Ultimo. In Trentino finora non ci si era riusciti. Si stanno raccogliendo dati interessantissimi. La lupa, infatti, fa parte di un branco “bravo”, che non preda minimamente negli allevamenti, si ciba soltanto di animali selvatici. E non fa danni.

Seconda: seppur con grave ritardo, per la prima volta quest’anno si è partiti con la prevenzione. Si è fatto un bando, cui hanno partecipato 20 agricoltori sudtirolesi. Pochi, ma è già un inizio. Si sono messe in opera delle protezioni. Prima di concedere il contributo, la forestale ha spiegato come fare, poi è andata a controllare. Sono stati seguiti 14 casi. Le predazioni ammontano a zero.













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