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Maestre, ecco il nuovo corso di laurea dell’università di Bolzano

L’ateneo lancia il nuovo curriculum trilingue in collaborazione con Trento e Innsbruck. Tirocini fin dal primo anno


di Davide Pasquali


BOLZANO. Un nuovo corso di laurea unitario, tanto atteso sia dalla scuola italiana che da quella tedesca, con meno teoria e più pratica sul campo, soprattutto un corso trilingue, portato avanti con la collaborazione delle intendenze scolastiche italiana tedesca e ladina e delle tre università dell’Euregio: Bolzano, Innsbruck e Trento. Senza badare tanto alla separazione tra gruppi linguistici, ma pensando più che altro al lavoro concreto, per venire incontro alle esigenze, sempre mutevoli e sempre più complesse, della scuola impegnata a gestire i primi anni educativi dei bimbi, si parli di asilo o elementari.

Tanta esperienza pratica, metodi didattici innovativi e contenuti adeguati ai più urgenti bisogni di scuola e bambini caratterizzano il piano di studi del nuovo corso di laurea magistrale in scienze della formazione primaria della libera università. Il nuovo curriculum di studi per diventare insegnante delle scuole dell’infanzia ed elementari è stato presentato ieri mattina alla presenza dell’assessore alla scuola e alla cultura in lingua tedesca e degli intendenti alla scuola tedesca e ladina.

In sintesi: 5 seminari, 37 incontri, 108 professionisti coinvolti. Sono questi i numeri del processo che ha portato a una profonda revisione del corso di laurea. Per un intero anno, pedagogisti, rappresentanti di dell’università di Bolzano e delle tre intendenze scolastiche, delle scuole elementari e delle scuole dell’infanzia si sono incontrati regolarmente per elaborare congiuntamente una riforma del percorso formativo magistrale, di cinque anni, per gli insegnanti della scuola dell’infanzia ed elementare.

In aggiunta a una solida formazione specialistica (pedagogia, didattica, psicologia eccetera) vengono trasmesse anche conoscenze relative alle discipline più importanti per l’insegnamento: dalla matematica e dalle scienze naturali a quelle linguistico-letterarie fino all’arte, al movimento, alla storia e alla geografia.

«Nella rimodulazione del piano di studi, abbiamo prestato particolare attenzione a che fosse presente un collegamento più organico con la pratica dell’insegnamento», ha spiegato il presidente dell’università di Bolzano, il professor Konrad Bergmeister, il quale ha presieduto il gruppo di lavoro che ha elaborato il nuovo curriculum.

Questo prevede che già dal terzo anno 45 crediti formativi siano ottenuti per mezzo di tirocini sul campo. Il quarto anno, invece, sarà interamente dedicato alla preparazione all’ingresso nel mondo del lavoro.

«Questo percorso formativo - ha chiarito ieri Bergmeister, impegnato in prima persona nel progetto - ci ha permesso di trovare un equilibrio nella formazione degli insegnanti della scuola dell’infanzia e della scuola elementare. Poi abbiamo introdotto in maniera veramente innovativa questo aspetto: il 45% dei corsi si orientano verso temi della prassi scolastica e solo il 55% verso la pura teoria».

Un altro elemento molto importante è che «prima si faceva solo un esame per la verifica, mentre adesso viene fatto un ulteriore esame verificando le necessità di migliorare e poi abbiamo un anno quasi intero, il primo anno, dove teoricamente uno studente potrebbe ancora scegliere un altro percorso formativo». Questo vuol dire «che vogliamo focalizzarci sulle persone che sentono questo mestiere come una vera e propria professione. Insomma, cerchiamo persone col cuore e non troppo con la testa». Ultimo elemento chiave: «Anche questo corso di laurea è stato pensato per gli studenti che desiderano frequentare un semestre all’estero, nell’ambito dell’Euregio o in un’altra università aderente alla rete di cui fa parte l’università di Bolzano».

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