Maestri: «Con Walter scompare un pezzo importante della mia vita»



La notizia della morte di Walter Bonatti coglie Cesare Maestri alla vigilia della consegna del Premio di solidarietà alpina, in programma sabato a Pinzolo: «Sono davvero addolorato, con Bonatti scompare anche un pezzo importante della mia vita», la prima reazione di Maestri. Due alpinisti della stessa generazione, Bonatti e Maestri, ma due filosofie completamente diverse nell'approccio alla montagna: un «purista» il primo, un progressista il secondo, che non ha mai disdegnato l'uso dell'artificiale per portare a termine le sue imprese. Bonatti, tra l'altro, ha abbandonato relativamente presto l'alpinismo per dedicarsi all'esplorazione e al giornalismo. Lo stesso Ragno delle Dolomiti lo ammette senza problemi: «Io e Bonatti eravamo amici, ma avevamo una visione molto diversa dell'alpinismo, tanto che all'epoca ci consideravano come Coppi e Bartali. Io Coppi e lui Bartali». Un dualismo che oggi, aggiunge Maestri, non esiste più: «Non ha più senso parlare di Coppi e Bartali, per il semplice fatto che io oggi mi sento al di fuori dell'alpinismo. Sono altri oggi i protagonisti». Bonatti e Maestri si sono sfiorati più volte durante la loro carriera. Nel 1958, durante una spedizione in Patagonia, dopo la rinuncia al Cerro Torre, Bonatti e Maestri (con lui c'era anche Luciano Eccher) ingaggiarono una sfida per la conquista del Cerro Adela, un delle vette «minori». Quelli erano i tempi delle grandi competizioni alpinistiche. La scomparsa di Walter Bonatti ha colto di sorpresa anche la comunità alpinistica trentina. L'ultima volta Bonatti era stato visto in Trentino al Filmfestival della Montagna, invitato da Reinhold Messner, suo grande amico ed estimatore. (g.f.p.)













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