Maltempo, almeno 250 milioni di danni 

Le stime della Provincia. Unibz studia le immagini satellitari dei boschi. Nei prossimi anni si pianteranno 2 milioni di alberi


di Davide Pasquali


BOLZANO. Danni da maltempo: in Alto Adige la tempesta di fine ottobre ha causato 250 milioni di euro di danni: 160 milioni di danni diretti, 10 milioni investiti per il ripristino immediato delle infrastrutture, altri 80 milioni preventivati per sgomberare i boschi schiantati dal vento. Sono le stime elaborate dall’assessorato provinciale agricoltura, foreste, protezione civile e Comuni. E intanto, la ripartizione foreste ha fatto i conti esatti dei danni ai boschi, in modo da poter intraprendere tutte le contromisure opportune per salvare il salvabile.

I danni economici. Ad essere danneggiati sono stati innanzitutto i beni pubblici: 65,82 milioni di euro. Sono danni a infrastrutture comunali (9,2 milioni), opere idrauliche (4,65), beni paesaggistici e naturali (17,5), strade provinciali (1,42), rete elettrica (1,8), attività forestale (26,25) ecc. Ancor più ingenti i danni registrati dai privati: 91,93 milioni. In tutto, i danni diretti assommano a 160 milioni. Per ripristinare strade, depuratori, linee elettriche, antenne delle telecomunicazioni eccetera, si sono impegnati altri 10 milioni. Infine, per sgomberare il legname si prevedono spese per altri 17,5 milioni; per ripristinare le strade forestali e asportare il legname altri 12,5. Infine, per la riforestazione di circa mille ettari la spesa prevista è di altri 50 milioni.

Legname. La stima del legname schiantato è stata fornita dal corpo forestale provinciale, in particolare dai singoli ispettorati forestali con l’aiuto delle stazioni forestali. A terra schiantati dal vento ci sono circa 1.500.000 metri cubi lordi con circa 2/3 della massa concentrata in 4 stazioni forestali (Nova Levante, Nova Ponente, Fontanefredde e Marebbe). Questa quantità è pari a circa l’1,3% della provvigione totale provinciale (circa 105 milioni di mcl), corrispondente a 2 anni di ripresa prevista nei boschi dell’Alto Adige. Per alcune zone la perdita di ripresa è però sensibilmente maggiore (nella foresta del Latemar: 16 anni di riprese). Sono stati segnalati schianti da vento in 86 Comuni (74%).

Superfici colpite dagli schianti da vento. La prima stima delle superfici schiantate è stata fornita dagli ispettorati forestali. Al 30 di novembre la stima delle superfici ammonta a circa 5.000 ettari, sottolineando però che si tratta ancora di una stima. Tale superficie corrisponde all’1,5% dello spazio forestale dell’Alto Adige.

Tecnologie digitali. Dopo la prima stima delle superfici schiantate dal vento, l’ufficio pianificazione forestale ha cercato di affinarne la delimitazione spaziale utilizzando diverse fonti informative: superfici digitalizzate da ispettorati e stazioni forestali; foto satellitari post evento e rilievi dall’elicottero (con fotografie ortorettificate e georeferenziate). L’elaborazione delle superfici viene aggiornata costantemente in base al flusso dei dati. Ora si stanno omogenizzando e controllando le zone digitalizzate in base ai primi rilievi a terra. Per gli ispettorati Bolzano I, Bolzano II, Brunico (val Badia), Bressanone (Funes e Luson) e per l’ispettorato di Vipiteno le superfici digitalizzate sono state verificate con l’impiego dei voli e delle immagini satellitari. In pratica gli schianti concentrati sono stati cartografati con una buona precisione. Le superfici nelle restanti zone colpite saranno verificate nelle prossime settimane.

Rete viaria. Numerosi i tratti di strada interessati da maggior traffico per via delle operazioni di sgombero. In totale, ben 1.625,4 chilometri. I tratti direttamente colpiti dentro le superfici schiantate assommano a 290 km. Considerando la rete sentieristica, i danni hanno colpito 112,97 chilometri: 43,94 di strade forestali camionabili, 25,28 di forestali trattorabili, 38,86 chilometri di sentieri e mulattiere, 0,51 chilometri di piste ciclabili.

Modalità di esbosco. In base alla modellizzazione già in possesso della Provincia, si possono definire a priori le diverse metodologie d’esbosco da adottarsi nelle varie aree schiantate. Considerando estensione delle superfici da liberare, pendenze e raggiungibilità dei siti, il 38% sarà ripulito con harvester (trattoroni dotati di sramatrice, scortecciatrice e motosega), il 27% con verricello, il 35% con teleferiche a fune.

Bosco di protezione. In base alla carta indicativa della funzione protettiva, in provincia ci sono 201.000 ettari di boschi; circa 2.000 ettari (1,2%) con prevalente funzione di protezione sono stati interessati dagli schianti. Gli schianti hanno colpito boschi anche nelle zone protette (parco nazionale dello Stelvio e parchi naturali provinciali). Si tratta di 808,68 ettari di parchi fra provinciali e nazionale; 7,76 ettari di biotopi; 770,5 ettari di Siti Natura 2000; 508 ettari di Patrimonio mondiale Unesco.

Tipi forestali. Gli schianti da vento hanno colpito quasi esclusivamente l’orizzonte montano e quello subalpino (in riferimento allo studio sulle tipologie forestali potenziali in Alto Adige), ovvero popolamenti che si trovano nel loro optimum stazionale e climatico. L’1,2% degli schianti ha riguardato l’ambiente collinare, il 61,03% quello montano, il 37,76% quello subalpino.

I proprietari boschivi. Il 61,63% dei boschi schiantati non è pubblico (58,15% privato, 2,29% interessenze, 1,19% Chiesa); il 34,66% è pubblico (18,41% Comuni, 14,73% amministrazione separata dei beni di uso civico, 1,52% demanio); il 3,72% di altri proprietari (ferrovie, zone militari). Il numero dei proprietari è da considerare come provvisorio. Una elaborazione definitiva potrà essere effettuata solo quando saranno terminate le analisi delle immagini satellitari da parte di Unibz, che consentiranno di individuare meglio gli schianti piccoli e diffusi sul territorio. In totale, per ora, stiamo parlando di circa 1.356 soggetti.

Danni diffusi. Fino a questo momento è stato molto difficile stimare i danni diffusi e sparsi. Grazie ad un’analisi digitale che verrà condotta dall’università di Bolzano su base satellitare sarà presumibilmente possibile avere anche questa elaborazione.

Le strategie future. Il direttore della ripartizione foreste Mario Broll spiega come ora la priorità risieda nel ripristino delle foreste di protezione secondo un protocollo stabilito a seconda delle specifiche situazioni locali. I vivai forestali del servizio forestale provinciale sono già al lavoro in questo senso, in particolare su abeti e cirmoli, recuperando il maggior quantitativo di materiale possibile per garantire un rimboschimento rapido nei prossimi anni. Si stima che nei prossimi anni saranno necessarie almeno 2 milioni di nuove piante per il rimboschimento. L’ufficio pianificazione forestale e l'università di Bolzano stanno analizzando i dati provenienti da più fonti (immagini digitali di ispettorati e stazioni forestali, immagini satellitari, foto scattate durante sorvoli in elicottero dall’agenzia per la protezione civile) per monitorare anche i danni dei coleotteri del legno - una delle specie più dannose per la silvicoltura - che intaccano i tronchi caduti al suolo e non rimossi, rendendoli meno pregiati e inutilizzabili per la vendita.

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