Manovra, la Svp vota contro il governo Il Pd sui nomi: "Ripartire da Berger"

Dopo le tensioni sulla toponomastica la Svp alla Camera (nella foto il capogruppo Brugger) vota no alla fiducia sulla manovra di bilancio. Intanto sui nomi il Pd torna a proporre la mediazione imboccata dall’assessore Berger



BOLZANO. Dopo le tensioni sulla toponomastica la Svp vota no alla fiducia sulla manovra di bilancio passata ieri a Montecitorio. Tra i motivi del no l’impossibilità di emendare l’articolo riguardante la concessione A22 e le mancate garanzie sul patto di stabilità. A spiegarlo in sede di dichiarazione di voto è stato il capogruppo Siegfried Brugger. Un ulteriore segnale di rapporti difficili tra il partito di raccolta e la maggioranza. Quanto al Pdl, lo strappo Berlusconi-Fini avrà ripercussioni a Bolzano sull’ala che fa capo a Urzì, vicino al presidente della Camera. Intanto sui nomi il Pd, per bocca del vicepresidente della Provincia Tommasini, torna a proporre la mediazione imboccata dall’assessore Berger sulla base della lista presentata dall’Avs.

«Con Berlusconi non abbiamo fatto alcun patto, la nostra posizione è equidistante dai poli, votiamo a favore o contro in base a temi concreti», dice Brugger. Quest’ultimo è intervenuto in sede di dichiarazioni di voto alla Camera, spiegando le ragioni della bocciatura della manovra economica. «A nostro giudizio la fiducia ha impedito di introdurre misure rilevanti a sostegno dello sviluppo economico e delle famiglie ed ha fatto segnare una grave rottura con le Regioni, le cui competenze sono minate da una consistente sottrazione di risorse proprio mentre i decreti attuativi del federalismo vorrebbero richiamarle a più stringenti responsabilità di bilancio», sottolinea Siegfried Brugger, parlando anche a nome del suo collega Karl Zeller.
«Le priorità indicate dai parlamentari della Svp erano compatibili con gli obiettivi della manovra. In primo luogo la proposta - resa inevitabile dalla fiducia posta sulla manovra - di prevedere che il versamento annuo di 70 milioni di euro, previsto nel bando di gara che individuerà il nuovo concessionario della A22, debba ritenersi comprensivo ad ogni effetto anche del canone e degli altri oneri di concessione», evidenzia Brugger, per il quale «solo in questo modo si garantisce realmente il finanziamento della galleria ferroviaria del Brennero».
Altro motivo del voto contrario è legato alla questione del Patto di stabilità. «Abbiamo posto la esigenza che per le Province autonome di Bolzano e Trento - che a regime hanno garantito risparmi pari a un miliardo di euro - fosse salvaguardato l’accordo recepito nella legge finanziaria del 2010», dice il parlamentare Svp.
Il voto contrario alla manovra di bilancio ha tra le motivazioni anche quelle più generali dell’economia italiana. «Sono misure congiunturali e per questa ragione - siamo convinti - non è possibile escludere che la minore crescita della nostra economia imporrà a breve ulteriori interventi», spiega Siegfried Brugger. «Non vi è un patto politico da noi condiviso e non vi sono ragioni di equità, di sostegno alle politiche della famiglia e di stimolo alla crescita economica che abbiamo sostenuto e che avrebbero reso più efficace e più credibile questa manovra di bilancio», chiude Karl Zeller.

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